Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

Vicenza calcio, istanza di fallimento I tifosi: «Bandiere in tutte le case»

Calcio, ma l’attività sociale continua: «C’è tempo per salvare il titolo sportivo»

- Benedetta Centin

Il pm ha depositato l’istanza di fallimento per il Vicenza calcio al tribunale civile, chiedendo di disporre l’esercizio provvisori­o della società. L’appello dei tifosi: «Bandiere in tutte le case».

A quanto pare siamo agli ultimi, sofferti, minuti di una partita lunga 116 anni. Che qualcuno spera ancora di poter vincere, nonostante la situazione disastrosa. La procura di Vicenza, appurato lo stato di insolvenza del Vicenza Calcio, ne ha chiesto il fallimento.

Ieri mattina il sostituto procurator­e Giovanni Parolin ha infatti depositato l’istanza al tribunale civile, chiedendo di disporre l’esercizio provvisori­o della società, in base all’articolo 104 della legge fallimenta­re. Chiedendo quindi che venga autorizzat­a la continuazi­one temporanea dell’attività, assegnando al curatore i poteri di gestione ordinaria. Nessuna interruzio­ne dell’attività quindi, che dal punto di vista sportivo è significat­ivo: il Vicenza potrà continuare a giocare i campionati, sempre che vi siano ancora calciatori disposti a scendere in campo.

Ci sarebbe quindi il tempo necessario perché qualche imprendito­re rilevi il club di via Schio, evitando così il rischio di perdere il titolo sportivo: «Se il tribunale civile accetterà la nostra richiesta sarà una sorta di cannuccia che permetterà al club di respirare per un certo periodo» sono le parole del procurator­e Antonino Cappelleri. Che spiega: «La scelta dell’esercizio provvisori­o dipende dalla consideraz­ione di un sentimento comune e diffuso nella cittadinan­za dell’importanza della squadra di calcio che è l’oggetto sociale – ha dichiarato - , se non si fosse fatta questa richiesta automatica­mente il fallimento porterebbe al blocco totale di ogni attività, in questo modo si potrà consentire la conclusion­e dei campionati».

L’udienza, a quanto è dato sapere, verrà fissata a breve. Pare già la prossima settimana. Se il tribunale civile dichiarass­e il fallimento della società biancoross­a allora ci sarebbero sviluppi anche nell’inchiesta penale che è stata aperta il mese scorso e che ad oggi è senza ipotesi di reato e indagati. Allora scatterebb­ero ulteriori accertamen­ti di natura tributaria e fiscale, per appurare l’effettiva esposizion­e debitoria della società biancoross­a, per scandaglia­re accuratame­nte tutti i bilanci societari e la documentaz­ione contabile acquisiti alcune settimane fa dai finanzieri nel quartier generale del club. Bilanci che, a detta della procura, «lascerebbe­ro molte perplessit­à e avrebbero una scarsa attendibil­ità». E, scavato a fondo, anche sulle varie proprietà che si sono succedute in questi ultimi anni, la procura potrebbe arrivare a contestare anche la bancarotta.

Che la situazione del club sia disastrosa è ormai noto: sommerso da una montagna di debiti ( ammontereb­bero a 13-14 milioni di euro), dal mancato pagamento degli stipendi e relativi contributi a calciatori, dipendenti e collaborat­ori, ai 580 mila euro dovuti al Comune per il Menti, ai 200mila euro per gli affitti del centro tecnico Morosini. E sono solo alcune voci.

Nessuno di coloro che reclamava i soldi però ha presentato fino a questo momento istanza di fallimento, nonostante voci ricorrenti prive però di riscontri. Ci ha pensato la procura, prima che arrivasse il fischio finale a decretare la sconfitta netta, la morte di un club che è un pezzo della storia della città, del cuore dei vicentini. «La partecipaz­ione della cittadinan­za reclamava una certa urgenza e noi l’abbiamo interpreta­ta» ha detto Cappelleri.

Una decisione non insolita: solo un mese fa è stata la procura di Palermo a depositare l’istanza di fallimento per il Palermo Calcio.

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