Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

E la curva si riempie per l’ultimo allenament­o

- Corrado Ferretto di

In una giornata convulsa, l’ennesima, che è iniziata con il deposito dell’istanza di fallimento del club berico da parte della Procura e proseguito con trecento tifosi che hanno assistito all’allenament­o come fosse l’ultimo, incitando e dimostrand­o la loro vicinanza, una rappresent­anza dei giocatori del Vicenza ha voluto raccontare i fatti realmente accaduti in questi mesi e dire basta ad una situazione che da giorni era diventata ingestibil­e. «I primi ad essere dispiaciut­i di quanto sta accadendo siamo noi giocatori – ha precisato il capitano del Vicenza Stefano Giacomelli – ma la storia di questa stagione è stata tribolata fin da luglio in ritiro quando siamo partiti io e Bianchi, alcuni ragazzi della Berretti e tre giocatori in prova. La squadra poi ha preso forma e avremmo potuto fare bene se avessimo avuto alle spalle una società che ci avesse dato tranquilli­tà e serenità. Invece quando sembrava che il Vicenza stesse per essere ceduto c’è stato «L’interregno in cui Franchetto e Pioppi, uno accanto all’altro, non avevano identità di idee e soprattutt­o non capivamo chi avrebbe messo i soldi. Siamo stati da altri socie di Vi.Fin. Dalla Vecchia e Polato, sul fatto che sarebbe stato tutto sistemato, ma più i giorni passavano e più la confusione aumentava. A novembre la gestione è passata in mano a Boreas Capital, c’è stato l’arrivo di Riccardo Ferri, che ci assicurò il pagamento dei debiti e la sistemazio­ne della situazione. Le cose però non andarono così, e il 14 dicembre si ripresentò la vecchia proprietà rappresent­ata da Polato e Dalla Vecchia e ci hanno comunicato che sarebbero stati pagati regolarmen­te gli stipendi e si sarebbe tornati sotto la gestione di Vi.Fin. Niente di più falso perché solo quattro giorni dopo la società è stata ceduta a SanFilippo».

Dal 22 dicembre in poi Sanfilippo ha dichiarato che avrebbe saldato gli stipendi, aiutando i ragazzi che non potevano tornare a casa per mancanza di soldi. «Anche in questo caso solo parole, fino a quando l’avvocato Polato ci ha parlato di una cordata francese. Non si capiva niente, quello che in teoria era sicuro un minuto dopo era carta straccia, e soprattutt­o nessuno manteneva quello che prometteva».

Giacomelli continua e spiega quanto grave sia la situazione di alcuni biancoross­i che non prendono gli stipendi da quattro mesi. «Dopo il 18 di dicembre ci hanno promesso tante volte che i soldi sarebbero arrivati e come sapete non li abbiamo ancora visti. Per questo abbiamo deciso di procedere con la messa in mora, per tutelarci. Durante il viaggio a Gubbio l’ex presidente Pastorelli ci ha chiamato per far sentire la sua vicinanza e ci ha promesso un premio partita che andasse ai più giovani, a quelli che ne avevano più bisogno. Ma è chiaro che tutti noi abbiamo bisogno degli stipendi perché abbiamo le esigenze di tutte le persone normali e adesso siamo stanchi di tutte le prese in giro che abbiamo dovuto subire. L’ultima all’incontro con la consulente di Sanfilippo, Cinzia Tosini, che ci aveva promesso il pagamento degli stipendi e poi ci ha offerto 30 mila euro lordi da dividere tra tutta la rosa. Basta, non è più possibile andare avanti così». I giocatori del Vicenza oggi non giocherann­o il derby di Coppa Italia dove la società di via Schio ha ordinato di mandare la Berretti.

Giacomelli Vi racconto tutto, una storia incredibil­e di uomini e bugie

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