Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
Ma il professore nega: «Quei duemila euro sono la mia tariffa da privato»
Il professor Litta non si nasconde. E offre la sua verità al Corriere del Veneto: «Sono vittima di un’imboscata. Innanzitutto ritengo importante si sappia che l’intervista (in foto un frame del video ndr) è stata fatta nella clinica privata e non in un ospedale pubblico. E quei duemila euro di cui parlo sono la tariffa per un intervento in regime privato». Insomma, non ci sarebbe alcuno scandalo: «Ho fatto più di diecimila interventi e ora per una puttanata del genere rischio di rovinarmi l’immagine, non vorrei che tutti pensassero che questo è il mio stile».
Professor Pietro Litta, lei è responsabile dell’Unità di Chirurgia mini-invasiva della Clinica di Ginecologia e Ostetricia di Padova. Chiede parcelle extra tariffario?
«No, chiariamo prima di tutto che quest’imboscata mi è stata tesa non in reparto ma alla Clinica privata CittàGiardino, dove da sempre svolgo la libera professione. E per me è una differenza sostanziale. La Clinica di Ostetricia è pulita, non c’entra niente, l’ho detto subito anche al direttore sanitario dell’Azienda ospedaliera, Daniele Donato».
Resta il fatto che lei ha chiesto duemila euro per accorciare i tempi d’attesa.
«Ma no, ho detto duemila euro così, non ci ho neanche più pensato, non è stata una contrattazione in ambulatorio, non ho nemmeno segnato la data dell’intervento, né il
nome della signora. Non è mia abitudine agire così, è successo tutto per le scale del poliambulatorio. Ho finito la visita, la paziente è andata a pagare e io stavo andando via. Lei era sulle scale ed è tornata indietro, ma non siamo rientrati in studio. Mi ha chiesto se pagando duemila euro io potessi operarla subito e ho detto di sì». Allora li ha chiesti i soldi.
«E’ il valore della mia prestazione, dico la verità. In privato ma poteva essere anche in ospedale. Ma non ho pensato minimamente che facesse sul serio, non abbiamo preso appuntamento, è stato come parlare tra due amici: vabbè, dammi duemila euro. Non era un preventivo. In privato la mia quota per un intervento è di duemila euro, aggiungendo anestesista, sala operatoria e il resto si sale a 5-6mila euro. In pubblico la chiusura
delle tube è gratis». Quindi in pubblico si paga solo il ticket?
«Sì, ma ora qualcuno può pensare: questo prende i soldi anche col Sistema sanitario nazionale. Quello è l’arcano. Dicono: c’è un vizio di forma, tu sei abituato a fare queste cose qua. Invece no».
Dal servizio in tivù sembra che lei abbia chiesto duemila euro per saltare le liste d’attesa.
«No, la chiusura delle tube non ha lista d’attesa. E’ un intervento che si esegue in Day Surgery, cioè in giornata: entri la mattina ed esci la sera. Vedo una donna oggi e domani la opero. L’intervento ordinario ha la lista d’attesa».
Ma allora perché lei dice che nel pubblico per la chiusura delle tube bisogna aspettare fino a marzo? «L’ho considerato come fosse un intervento in regime
ordinario, ho sbagliato io». E la frase «Barattiamo tra di noi»?
«Facile che l’abbia detto, sì. Però dei soldi non si è parlato minimamente durante la visita, la signora è andata via chiudendo lì la cosa. E comunque, ripeto, in privato mi spettano duemila-tremila euro a intervento». Ma lei come si sente?
« E’ fondamentale che tutto ciò non sia successo in Clinica ostetrica, ci lavoro da anni, ho fatto più di diecimila interventi, adesso per una puttanata del genere sembra che io mi comporti così ogni giorno. Mi dispiace tantissimo, per me è molto importante l’immagine». Ora l’Azienda potrebbe prendere provvedimenti.
«Ma io al direttore sanitario ho chiarito che è successo in clinica privata, dove da anni svolgo la libera professione. Se fosse successo in ospedale, si cadrebbe nel penale».
Al telefono della dottoressa Alessandra Andrisani risponde il marito Guido Ambrosini: «Alessandra lavora in Clinica ostetrica ma poi ha il suo studio e dal primo gennaio 2018 svolge la libera professione in intramoenia (cioè fuori dall’orario curriculare,
Ho fatto più di diecimila interventi, per una puttanata del genere sembra che io mi comporti così ogni giorno