Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
Visite ed esami «Rispettati i tempi limite»
LE PRENOTAZIONI NELLA SANITA’ PUBBLICA Meno ottimistici i dati del Tribunale del malato: «Segnalazioni di tutt’altro tenore»
Sono tre le armi imbracciate dalla Regione per combattere le liste d’attesa. La prima: al monitoraggio sui tempi necessari all’erogazione di ogni prestazione (e in Veneto sono 65.971.810 all’anno) si è aggiunta la rilevazione dei ritardi. E la riduzione degli «sforamenti» è diventata uno degli obiettivi di performance imposti ai direttori generali delle nove aziende sanitarie. La seconda: il medico prescrittore (di base o specialista) deve prendere in carico il paziente dall’inizio alla fine dell’iter diagnostico, accompagnandolo in tutte le fasi del percorso di cura, così da evitare «intoppi». La terza: il Veneto per le prestazioni «traccianti», cioè le più richieste e quindi le più rappresentative della specialistica ambulatoriale (sono 4 milioni), ha introdotto tempi di erogazione più stretti di quelli vigenti a livello nazionale.
Sulla ricetta il medico di famiglia indica infatti il codice di priorità per visita o esame: B, da garantire entro 10 giorni dalla prenotazione (e resta così anche per le prestazioni traccianti); D: entro 30 giorni per le prime visite e 60 per gli approfondimenti, che nella nostra regione diventano 30 per tutto; P: entro 90 giorni invece di 180. Morale: nell’ottobre 2017 la quasi totalità delle prestazioni ambulatoriali complessive viene garantita entro i tempi previsti. Il livello di soddisfazione è del 98% in classe B, del 97% in classe D e del 96% in classe P.
Qualche esempio. Una prima visita cardiologica con codice B rispetta i 10 giorni di massima tra il 92% dei casi dell’Usl 6 Euganea e il 100% delle Usl Dolomiti, Veneto Orientale, Pedemontana e Berica e in Azienda ospedaliera a Padova. Più o meno le stesse percentuali si raggiungono per le classi D (entro 30 giorni) e P (entro 90). E la mammografia bilaterale, da sempre tallone d’Achille in ogni regione? Grado di soddisfazione compreso tra l’86% dell’Azienda ospedaliero-universitaria di Verona con codice D al 100% rilevato in cinque aziende su nove per i codici B e D. «Dai dati raccolti emerge che il Veneto si attesta su valori abbondantemente migliorativi rispetto alle soglie di riferimento imposte dalla normativa nazionale — si legge in un dossier di Palazzo Balbi —. In termini di percentuale di prestazioni erogate nei tempi previsti dalla classe di priorità assegnata, si evidenzia il sostanziale miglioramento dei valori riferiti alle classi B e P. Si mantiene comunque invariata la performance relativa alla classe D».
E i ritardi? «Emerge la loro riduzione da 14 a 10 giorni in classe B — recita ancora il report — e da 35 a 30 giorni in classe D. Invariata la performance in classe P».
«A noi non risultano valori così alti — riflette Giuseppe Cicciù, presidente del Tribunale del Malato — le segnalazioni che ci arrivano dai cittadini sono di altro tenore. Di solito le persone si lamentano perché le attese non sono rispettate, in genere di 10 o 15 giorni, ma spesso si sfora nel mese di ritardo. Dipende anche dalle zone, in alcune aree va meglio ma negli ospedali spoke delle zone periferiche si fa più difficoltà a ottenere risposte diagnostiche e specialistiche rispetto alle performance garantite nei centri hub, cioè di alta specialistica. E così tanti pazienti per evitare le code decidono di prenotare le visite a pagamento, tanto è vero che l’intra moenia, cioè la libera professione dei medici del Servizio pubblico, funziona molto bene. Le visite serali e festive — chiude Cicciù — hanno attutito il problema, ma per risolverlo c’è ancora molto da fare. I cittadini sono stanchi di aspettare e mettere mano al portafoglio».
Le prestazioni erogate nei giorni festivi e prefestivi e di notte dal novembre 2105 al novembre 2016 sono state 150.702.