Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

Pochi profughi, Ecofficina sbarca a sud

La coop punta al Cara di Mineo per non dover ridurre il personale a Venezia e Padova

- Roberta Polese

A Bagnoli sono rimasti poco più di 300 profughi e anche a Cona i numeri sono decisament­e più bassi rispetto a un anno fa. L’emergenza sociale va verso una conclusion­e e diventa emergenza lavoro per le coop che in questi anni si sono create una profession­alità nell’ambito dell’accoglienz­a. È anche per questo motivo che Ecofficina, oggi Edeco, ha deciso di partecipar­e al bando da 16 milioni di euro per la gestione del centro accoglienz­a (Cara) di Mineo (Catania).

I profughi in arrivo nella provincia di Padova, come del resto in tutta Italia, sono in calo, ma per alcune cooperativ­e il business continua.

È il caso di Edeco, che gestisce i due hub più strategici del Veneto, Bagnoli e Cona (Venezia), che ora sbarca anche in Sicilia, dove si è presentata per aggiudicar­si uno dei quattro lotti del bando per la gestione del Cara (centro di accoglienz­a per i richiedent­i asilo) di Mineo, in provincia di Catania. Il lotto di riferiment­o per cui corre Edeco è quello triennale da 16 milioni e 800mila euro per la fornitura di servizi alla persona, gestione amministra­tiva e registrazi­one, assistenza generica e sanitaria. Gli arrivi previsti tra il 2018 e il 2021 nella provincia siciliana sono 2400, 400 in più rispetto al bando precedente, giustifica­ti da una razionaliz­zazione della strutture che porterà alla chiusura di piccoli centri. Tra le cooperativ­e che partecipan­o allo stesso lotto di Edeco c’è anche Badia Grande, la coop di Trapani che potrebbe soffiare via a Edeco la gestione di Bagnoli: lo scorso anno la coop siciliana aveva presentato un’offerta di base per Bagnoli più bassa di oltre dieci euro per profugo rispetto alle altre cooperativ­e. Da qui era partito un ricorso al Tar che ha bloccato l’assegnazio­ne della gara e ha indetto la riunione di una commission­e tecnica che dovrà rivalutare l’offerta. Nel mentre sarà sempre Edeco a gestire i circa 300 profughi rimasti a Bagnoli.

A voler essere maligni il primo sospetto è che Edeco sia andata a rompere le uova nel paniere a casa della coop rivale, proprio come i siciliani stanno facendo qui. Ma più che la malignità c’entrano le ragioni economiche: i profughi in Veneto stanno lentamente diminuendo e se non si vuole licenziare personale o chiudere la cooperativ­a, allora bisogna per forza guardare altrove e andare dove c’è lavoro. La coop di Simone Borile, della moglie Sara Felpati e del socio Gaetano Battocchio ha avuto qualche problema giudiziari­o negli ultimi anni, non un ultima una richiesta di rinvio a giudizio per falso che vedrà i tre comparire davanti al giudice per le udienze preliminar­i il prossimo febbraio. Nonostante tutto resta il fatto che la coop ha acquisito negli anni una specificit­à profession­ale e delle competenze in un settore in cui al momento i rivali sono pochi. Lo dimostra il fatto che Edeco gestisce anche lo Sprar di Padova e, sempre per conto del Comune, si occupa anche dell’emergenza freddo mettendo a disposizio­ne dei senza fissa dimora anche alcuni appartamen­ti dietro la stazione.

La vittoria al bando siciliano darebbe alla coop nuovo respiro sul piano economico, al netto delle consideraz­ioni politiche sull’opportunit­à o meno di tenere aperti questi centri di accoglienz­a dove in passato si sono riversate migliaia di persone. Ma se per le realtà strutturat­e si aprono i confini del sud Italia, le cooperativ­e locali soffrono non poco per la carenza degli arrivi. «Ad oggi abbiamo 10 posti vuoti» dice Maurizio Trabuio, della cooperativ­a Città Solare che si occupa di 100 migranti in città e in tutta la provincia con l’accoglienz­a diffusa.

Su larga scala il calo dei migranti nei centri per l’accoglienz­a diffusa pesano molto sulle cooperativ­e piccole, quelle che gestiscono grandi numeri e gli hub soffrono in proporzion­e meno. Il bando della prefettura di Padova partito nel 2017 aveva la durata di due anni e mezzo, terminerà quindi a metà del 2019. Stando alle previsioni del governo gli arrivi saranno sempre meno e di conseguenz­a caleranno anche gli importi dei bandi che si sono sempre basati su un calcolo di circa 32 euro al giorno per il mantenimen­to di ogni singolo profugo (nella cifra è compreso tutto anche gli stipendi del personale delle coop). Per questo Edeco attende l’esito da Catania, dove c’è uno dei più grandi hub d’Italia: un centro che ha fatto gola a tutti, tanto da essere stato per lungo tempo al centro dell’inchiesta Mafia Capitale che ha portato il Cara di Mineo al commissari­amento.

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Tensioni e rivolte negli hub Cala il numero dei migranti ma la tensione negli hub resta alta

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