Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
Pochi profughi, Ecofficina sbarca a sud
La coop punta al Cara di Mineo per non dover ridurre il personale a Venezia e Padova
A Bagnoli sono rimasti poco più di 300 profughi e anche a Cona i numeri sono decisamente più bassi rispetto a un anno fa. L’emergenza sociale va verso una conclusione e diventa emergenza lavoro per le coop che in questi anni si sono create una professionalità nell’ambito dell’accoglienza. È anche per questo motivo che Ecofficina, oggi Edeco, ha deciso di partecipare al bando da 16 milioni di euro per la gestione del centro accoglienza (Cara) di Mineo (Catania).
I profughi in arrivo nella provincia di Padova, come del resto in tutta Italia, sono in calo, ma per alcune cooperative il business continua.
È il caso di Edeco, che gestisce i due hub più strategici del Veneto, Bagnoli e Cona (Venezia), che ora sbarca anche in Sicilia, dove si è presentata per aggiudicarsi uno dei quattro lotti del bando per la gestione del Cara (centro di accoglienza per i richiedenti asilo) di Mineo, in provincia di Catania. Il lotto di riferimento per cui corre Edeco è quello triennale da 16 milioni e 800mila euro per la fornitura di servizi alla persona, gestione amministrativa e registrazione, assistenza generica e sanitaria. Gli arrivi previsti tra il 2018 e il 2021 nella provincia siciliana sono 2400, 400 in più rispetto al bando precedente, giustificati da una razionalizzazione della strutture che porterà alla chiusura di piccoli centri. Tra le cooperative che partecipano allo stesso lotto di Edeco c’è anche Badia Grande, la coop di Trapani che potrebbe soffiare via a Edeco la gestione di Bagnoli: lo scorso anno la coop siciliana aveva presentato un’offerta di base per Bagnoli più bassa di oltre dieci euro per profugo rispetto alle altre cooperative. Da qui era partito un ricorso al Tar che ha bloccato l’assegnazione della gara e ha indetto la riunione di una commissione tecnica che dovrà rivalutare l’offerta. Nel mentre sarà sempre Edeco a gestire i circa 300 profughi rimasti a Bagnoli.
A voler essere maligni il primo sospetto è che Edeco sia andata a rompere le uova nel paniere a casa della coop rivale, proprio come i siciliani stanno facendo qui. Ma più che la malignità c’entrano le ragioni economiche: i profughi in Veneto stanno lentamente diminuendo e se non si vuole licenziare personale o chiudere la cooperativa, allora bisogna per forza guardare altrove e andare dove c’è lavoro. La coop di Simone Borile, della moglie Sara Felpati e del socio Gaetano Battocchio ha avuto qualche problema giudiziario negli ultimi anni, non un ultima una richiesta di rinvio a giudizio per falso che vedrà i tre comparire davanti al giudice per le udienze preliminari il prossimo febbraio. Nonostante tutto resta il fatto che la coop ha acquisito negli anni una specificità professionale e delle competenze in un settore in cui al momento i rivali sono pochi. Lo dimostra il fatto che Edeco gestisce anche lo Sprar di Padova e, sempre per conto del Comune, si occupa anche dell’emergenza freddo mettendo a disposizione dei senza fissa dimora anche alcuni appartamenti dietro la stazione.
La vittoria al bando siciliano darebbe alla coop nuovo respiro sul piano economico, al netto delle considerazioni politiche sull’opportunità o meno di tenere aperti questi centri di accoglienza dove in passato si sono riversate migliaia di persone. Ma se per le realtà strutturate si aprono i confini del sud Italia, le cooperative locali soffrono non poco per la carenza degli arrivi. «Ad oggi abbiamo 10 posti vuoti» dice Maurizio Trabuio, della cooperativa Città Solare che si occupa di 100 migranti in città e in tutta la provincia con l’accoglienza diffusa.
Su larga scala il calo dei migranti nei centri per l’accoglienza diffusa pesano molto sulle cooperative piccole, quelle che gestiscono grandi numeri e gli hub soffrono in proporzione meno. Il bando della prefettura di Padova partito nel 2017 aveva la durata di due anni e mezzo, terminerà quindi a metà del 2019. Stando alle previsioni del governo gli arrivi saranno sempre meno e di conseguenza caleranno anche gli importi dei bandi che si sono sempre basati su un calcolo di circa 32 euro al giorno per il mantenimento di ogni singolo profugo (nella cifra è compreso tutto anche gli stipendi del personale delle coop). Per questo Edeco attende l’esito da Catania, dove c’è uno dei più grandi hub d’Italia: un centro che ha fatto gola a tutti, tanto da essere stato per lungo tempo al centro dell’inchiesta Mafia Capitale che ha portato il Cara di Mineo al commissariamento.