Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
Dal lavoro al fisco Il futuro del Nordest in cinque grandi sfide
Lavoro, infrastrutture, fisco&burocrazia, investimenti, turismo: sono le cinque grandi sfide del 2018 per un Nordest che vuole tornare a giocare all’attacco.
Se volete, chiamatelo «manifesto per il 2018». Dopo dieci anni trascorsi, tra molti affanni ma anche diversi successi, a giocare in difesa (dalla crisi), per il Nordest è arrivato il momento di tornare all’attacco. Lo dicono alcuni indicatori economici che si sono tarati stabilmente al rialzo: il Pil del 2017 è cresciuto oltre le previsioni iniziali (che erano dell’1,4%); gli occupati – certo, con ampia diffusione dei contratti a termine e del lavoro a chiamata - sono tornati ai livelli dell’anno di grazia 2008, picco storico della serie; le esportazioni trainano, grazie anche ad autentici fenomeni di massa come il Prosecco, la risalita del comparto produttivo.
Ecco, dunque, il «manifesto» per questo 2018 all’attacco: cinque sfide si parano all’orizzonte nordestino, cinque sfide che il nuovo numero di Corriere Imprese – in edicola domani all’interno del Corriere della Sera - ha provato ad anticipare, attraverso l’analisi dei dati e le voci di altrettanti testimoni privilegiati. Infrastrutture, investimenti e Industria 4.0, fisco e burocrazia, occupazione e turismo: questi sono i campi principali dove si gioca la partita. Vediamoli insieme.
Infrastrutture rimanda immediatamente a Pedemontana e Tav, due grandi opere che attendono una degna conclusione dopo essere state sbloccate e finanziate in seguito a un lungo impasse. Ma, come suggerisce Zeno D’Agostino, presidente dell’autorità portuale di Trieste, è finalmente arrivato il momento di comprendere l’importanza competitiva della logistica, a cominciare dal fatto che i centri di smistamento delle merci non devono sorgere a caso ma, piuttosto, accanto ai grandi snodi ferroviari.
Capitolo investimenti: Giulio Pedrollo, vicepresidente nazionale di Confindustria, assicura che alla fine le imprese del Nordest – quelle più resilienti, quanto meno – sono uscite dalla crisi più forti di prima. E ora, tra un iperammortamento per rinnovare i macchinari e una riconversione all’operatività 4.0, apre alla nuova sfida: «Il nuovo motore della crescita saranno la sostenibilità e l’economia circolare, un terreno di business ancora tutto da esplorare».
Note più preoccupate arrivano dal campo di gioco su fisco e burocrazia. La Confartigianato del Veneto ha messo nero su bianco un dossier che suona come un capo d’accusa sin dal titolo, «Roba da matti». E il suo presidente, Agostino Bonomo, dice papale papale a Corriere Imprese: «Non siamo mai stati trattati male come in questi ultimi anni. Naturalmente, ce ne ricorderemo nella cabina elettorale». Tra le «robe da matti», Bonomo cita una (brutta) esperienza personale: «Il mio commercialista ha commesso un errore, chiedendo il recupero anticipato dell’Iva su infissi e pavimenti. D’accordo, abbiamo capito che non si poteva, ma si è trattato di un errore meramente formale, perché io quell’Iva avevo sicuramente diritto a recuperarla e perché non c’è stato alcun danno per l’erario. Ebbene, mi hanno dato 25mila euro di sanzione! Vi pare possibile che un corretto rapporto tra Fisco e contribuente funzioni su queste basi?».
Rimangono ancora due terreni di sfida. L’occupazione, innanzitutto. Se Tiziano Barone, direttore dell’agenzia regionale Veneto Lavoro, sottolinea con il pennarello a punta grossa che «abbiamo raggiunto un obiettivo fondamentale, nel 2017 è stata recuperata interamente l’occupazione persa durante la Grande Crisi», il segretario della Cisl veneta, Onofrio Rota, alza ancora l’asticella: «E’ arrivato il momento del coraggio, ci vuole un grande patto per il lavoro, progetti concreti in favore dei giovani».
Rimane il turismo, cioè la prima industria del Veneto per definizione (e per volume d’affari). La grande sfida di questo 2018 è «contare». Misurare cioè, ma in tempo reale, il numero esatto dei visitatori che danno l’assalto a Venezia, in modo da governarne i flussi e, se necessario, alzare semaforo rosso. Una rivoluzione.