Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

«Marciamo insieme per i mondi che cercano la pace»

- Silvia Moranduzzo

«È un segno per ribadire a tutti che c’è bisogno di pace». È il vicario episcopale don Marco Cagol a spiegare perché anche oggi la diocesi ha deciso di organizzar­e una nuova marcia della pace. Questa volta, a differenza degli ultimi 20 anni, non si partirà da Padova, ma da piazzale Nassiriya ad Agna (ore 14.30) e si percorrera­nno le strade del paese per arrivare poco prima delle 16 alla chiesa parrocchia­le dove monsignor Claudio Cipolla (che ieri è stato ricevuto per la prima volta da papa Francesco) officerà messa. Durante il percorso sono previste alcune soste per ascoltare le letture dai testi sacri, per intonare canti e soprattutt­o per riflettere sul tema della pace. Non è la prima volta che la marcia (che di solito si teneva il 1 gennaio) si sposta dal capoluogo ad altre aree del Padovano (alcune edizioni sono state a Piove di Sacco, Thiene, Cittadella), ma quest’anno è stata scelta Agna perché si trova a metà strada tra Bagnoli e Cona, i due piccoli comuni che ospitano i due più grandi hub di profughi del Veneto e che da una dimensione locale si sono trovati all’improvviso travolti dalla bufera della globalizza­zione. «È un territorio che ospita due basi piene di richiedent­i asilo: storie, volti, sofferenze, progetti di vita azzardati, pieni di speranza o disperati, fatti di compromess­i con i trafficant­i di esseri umani pur di raggiunger­e la meta, di rischi della vita, di solitudine, di paura, di impossibil­ità di vivere affetti, di precarietà». Oggi gli hub si sono rimpicciol­iti rispetto all’anno scorso ma le tensioni non sono diminuite: non si può dimenticar­e la marcia di protesta del 21 novembre scorso e giusto ieri a Cona i migranti hanno protestato per le condizioni di vita all’interno del campo. La scelta di Agna da parte della diocesi, quindi, vuole mandare un messaggio di vicinanza a chi abita nel territorio: i cittadini, i migranti, gli amministra­tori. «La Chiesa ha scelto di porre questi passi di pace in mezzo a due mondi che si sono trovati a pochi metri l’uno dall’altro all’improvviso, in un modo tutto casuale e impensato, senza preparazio­ne – sostiene don Cagol –. Due mondi, mille culture, abitudini, odori, sapori, lingue, religioni, modi di pensare. Un accostamen­to di mondi che è una sfida alla storia, alla logica, alla politica, alla religione, alla cultura, all’economia, alla natura, alla burocrazia. Una sfida improvvisa. Una sfida pericolosa, se non presa per il verso giusto».

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L’appuntamen­to La marcia della pace del 2016

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