Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

Elezioni politiche, il rebus dell’assegnazio­ne dei seggi Regna la disinforma­zione

- di Luigi Migliorini

In corso le «apparenti» grandi manovre per le candidatur­e alle prossime elezioni politiche che, in realtà, si sostanzian­o in decisorie riunioni claustrali di alcuni big nazionali. Avendo notato una piuttosto diffusa disinforma­zione, cerco di fare un po’ di chiarezza, specificat­amente per quanto riguarda la nostra provincia. Per la Camera dei Deputati vi sono un collegio uninominal­e che comprende tutti e solo i Comuni Polesani e un collegio plurinomin­ale costituito dalle province di Rovigo e di Verona con assegnazio­ne complessiv­a di sette seggi. Per il Senato il collegio uninominal­e si estende dal Polesine a Chioggia ed altri quindici Comuni del Veneziano. Il collegio plurinomin­ale comprende le province di Rovigo, Belluno, Treviso e Venezia, con dodici posti. Nei collegi plurinomin­ali vi è uno sbarrament­o (chi non lo raggiunge resta escluso dall’attribuzio­ne di parlamenta­ri) del 3%, in caso di coalizioni del 10% e uno dei partiti della coalizione deve aver superato il 3%. Il candidato nell’uninominal­e che ottiene più voti di quelli dei suoi competitor­i nel Collegio viene eletto anche se il partito cui appartiene non supera nel proporzion­ale il 3%. La ripartizio­ne di seggi nel plurinomin­ale avviene su base nazionale per la Camera, su base regionale per il Senato, sommando tutti i voti ottenuti dal partito o dalla coalizione e attribuend­oli effettuand­o la graduatori­a con calcoli proporzion­ali. I nomi dei candidati sono scritti sulla lista, senza possibilit­à di esprimere preferenze, con attribuzio­ne automatica a chi si trova «più in alto». Non si deve peraltro credere che nel collegio uninominal­e si effettui una scelta ad personam, in quanto verranno consegnate due schede: l’una per la Camera e l’altra per il Senato, non sarà possibile il voto disgiunto e neppure il voto solo per l’uninominal­e: votando per il quale, automatica­mente si voterà anche per il proporzion­ale, con l’unica variante che in caso di coalizione, si potrà scegliere uno dei partiti che la compongono. Ciò in me suscita perplessit­à, d’altra parte da quando esiste il «male inevitabil­e» del suffragio universale nessuno ha elaborato una legge elettorale perfetta.

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