Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

Marzotto: «Ieg, di Bologna non so nulla E la quotazione in Borsa è una priorità»

Fiere, polemica dopo il piano industrial­e. Domani parte VicenzaOro

- Federico Nicoletti

«Il piano industrial­e è serio e gli investimen­ti i sono certo che produrrann­o i risultati attesi. Ma di Bologna non so nulla. E la quotazione in Borsa per me resta una priorità dettata dagli azionisti». Misura i termini, Matteo Marzotto, vicepresid­ente esecutivo di Ieg, la spa fieristica che da un anno ha fuso le fiere di Rimini e Vicenza. Ma è chiaro che la polemica a denti stretti viaggia già sulla direttrice Vicenza-Rimini, il giorno dopo l’incontro d’inizio anno i del presidente di Ieg, Lorenzo Cagnoni, imperniato sul piano industrial­e 2018-’22, con 35 milioni di investimen­ti su Vicenza, per rifare la parte più vecchia del quartiere.

Cosa impossibil­e da immaginare, senza l’integrazio­ne con Rimini. Oltre ad altri 16 milioni di investimen­ti da valutare in comparteci­pazione con gli enti pubblici soci (Comune, Provincia e Camera di commercio), probabilme­nte reinvesten­do i dividendi o i fondi che potrebbero arrivare dalla quotazione, da riprendere in mano dopo il 4 marzo, una volta eletto il nuovo sindaco.

Certo, poi quell’incontro in solitaria di Cagnoni, dopo un anno a braccetto con Marzotto, è parso quasi un voler girare pagina. Quasi un voler chiarire, alla volta del nuovo anno, chi tiene i comandi del secondo polo fieristico italiano, dopo la prima fase dei convenevol­i legati alla fusione. E chi detta le scelte strategich­e, con l’accento posto su una nuova fusione con Bologna, o in alternativ­a con Verona, se sotto le Due Torri la tirassero troppo in lunga rispetto a un percorso da portare avanti «con tenacia». E poi il progetto di quotazione in Borsa che quasi sparisce dalle priorità. Sì, confermato per l’autunno, a domanda precisa, ma di cui non c’è necessità per finanziare gli investimen­ti. Fino all’ultimo appunto sullo stato dell’integrazio­ne operativa Rimini-Vicenza: «Va avanti celermente. Mal di pancia? In un progetto delicato sarei stupito se non ci ne fossero».

Così, all’indomani della linea strategica delineata con chiarezza da Cagnoni, e alla vigilia, domani, dell’apertura di VicenzaOro, se da Verona non arriva più di un «no comment» alle avances di Rimini, è Marzotto invece a non tenersi i sassolini nelle scarpe. E i mal di pancia? «Sorridendo dico che non so a cosa ci si riferisce», dice Marzotto. «E anche che i baci sulla bocca li do solo alla mia fidanzata», aggiunge il vicepresid­ente di Ieg, sempre in replica a Cagnoni, che sui rapporti con Marzotto e il direttore generastra­no le Corrado Facco, aveva parlato di bilancio positivo, pur tra possibili contrasti e differenze di opinioni, anche se «non ci baciamo tutte le mattine».

«Il piano industrial­e lo sottoscriv­o in toto e sono d’accordo con il presidente sulla necessità di avere un quartiere prestigios­o - aggiunge Marzotto -. Gli investimen­ti su Vicenza sono rilevanti e dimo- il valore dell’operazione con Rimini». E anche Marzotto si dice convinto di riuscire a portare a casa il risultato della demolizion­e e ricostruzi­one di una parte corposa del quartiere, in parallelo alle manifestaz­ioni: «Lo schema dei lavori è molto serrato. Sono convinto che ne uscirà un valido risultato».

Marzotto però ha visioni diverse su due punti. Iniziando dalla quotazione: «La mia posizione è che la Borsa sia un’operazione formidabil­e, una priorità voluta dagli azionisti e che la costruzion­e del piano industrial­e ne sia la conseguenz­a logica». Ed anche sulle ulteriori integrazio­ni, con il primo obiettivo su Bologna: «Non ne so nulla. Sono sempre aperto ai ragionamen­ti, se fatti in cda e non attraverso i giornali».

Fin qui la diplomazia. Che non oscurano, domani, la partenza dell’edizione di gennaio di VicenzaOro, che ospita 1.500 brand su 25 mila metri quadrati, e un aumento, secondo i dati di Ieg, del 40% degli espositori esteri e di un 10% di quelli top di gamma, mentre gli espositori di TGold, dedicato alle macchine e alle tecnologie per lavorare i gioielli, aumentano del 20%.

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Tandem Matteo Marzotto (a sinistra), vicepresid­ente di Ieg, con il presidente Lorenzo Cagnoni

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