Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
Imprese, società e investimenti quanto vale la Cina nel Nordest
E da oggi a Venezia 400 imprenditori per l’anno del turismo
Grandi aziende di macchinari industriali, hightech e robotica, piccole ditte di abbigliamento e prodotti per i bambini ma anche marmo, componenti per le auto e condizionatori. L’impresa veneta parla sempre più cinese e negli ultimi due anni otto società della nostra regione sono state acquisite da colossi dal Celeste impero. L’ultima, in ordine di tempo, è stata Permasteelisa, la multinazionale nata trevigiana che produce rivestimenti d’alta ingegneria per edifici, fondata nel 1973 dall’imprenditore Massimo Colomban e comprata il 21 agosto scorso per 467 milioni di euro dal gruppo Grandland di Shenzen. In realtà, Permasteelisa non era già più italiana da tempo ed è stata la giapponese Lixil a vendere ai «vicini» cinesi.
Ma non è l’unico grande investimento cinese del 2017. Qualche mese prima, la Jilin Alight auto equipment, fornitore di componenti per auto, ha acquisito il 51% della vicentina Prima Srl. Nel 2016, invece, la Goobaby international holding aveva comprato, sempre nel Vicentino, la Columbus Trading, specializzata in prodotti per bambini come i passeggini. Ci sono poi la Clivet di Feltre, produttrice di impianti industriali per il condizionamento, ora all’80% di Midea Group, la Gimatrade Vicenza (ferramenta industriale) al 100% di Agic Capital, l’ex Quarella della Vapolicella, leader mondiale nella lavorazione del marmo, diventata Qrgb dopo l’acquisizione di Rykadan Capital, e le concerie Tanexo di Arzignano (Vicenza), filiale italiana dell’omonimo gruppo di Hong Kong.
Tra le nuove acquisizioni del biennio 2016/2017, ecco i laboratori trevigiani Euclid (alta tecnologia), dove Estun automation technology è però socio di minoranza (non di maggioranza, come accade quasi sempre), con il 20% delle quote. «L’investitore cinese di solito preferisce detenere il controllo - spiegano dal Cesif, il Centro studi per l’impresa della Fondazione Italia Cina -, gli investimenti avvengono in settori diversificati. In caso di attività commerciali viene quasi sempre creata una newco, nel manifatturiero l’ingresso cinese avviene per acquisizione».
Queste 8 aziende passate a gruppi e multinazionali provenienti dalla Cina non sono casi isolati, in Veneto ormai ci sono 38 imprese a controllo cinese e i numeri stanno crescendo rapidamente, basti pensare che a fine 2015 erano meno di trenta. Per capire la portata del fenomeno, nel panorama italiano, il Veneto si colloca al terzo posto insieme all’Emilia Romagna con il 7,3% di partecipazioni, mentre al primo c’è la Lombardia (42,7%), al secondo il Lazio (11 %) e il giro d’affari italo-cinese supera i 12,3 miliardi di euro.
In Veneto il fenomeno dell’imprenditoria cinese cresce anche dal basso. Molti dei 33.737 cinesi residenti nella nostra regione (il 6,9% degli stranieri regolari in Veneto) sono piccoli imprenditori, lo confermano i numeri: nel 2000 le imprese a conduzione cinese erano 930, oggi sono 7.477 e l’87% di queste ditte è attivo in settori strategici come turismo e accoglienza (2.279 imprese) e moda (2.445, di cui 2.120 sono tessili mentre il restante produce scarpe, anche per brand del lusso). Scendono a 1.760 i commercianti, sono solo 15 gli agricoltori, 22 i costruttori. Oggi, a Venezia, viene inaugurato l’anno del turismo Europa-Cina, con l’obiettivo di aumentare le presenze e gli arrivi cinesi in tutta l’Unione. Con 400 imprenditori in laguna da ieri, la speranza è che crescano anche l’interesse e le partecipazioni nell’industria. A Marghera, a breve, potrebbero esserci novità: mercoledì Confindustria Venezia ha annunciato che sono in corso trattative per l’insediamento di gruppi cinesi nella zona industriale.