Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

Liste di attesa e prenotazio­ni, esame superato: cinque visite specialist­iche fissate in poche settimane

- di Angela Tisbe Ciociola

Il polverone prima mediatico e poi, soprattutt­o, legale che ha travolto il professor Pietro Litta e la dottoressa Alessandra Andrisani ha riportato i riflettori a concentrar­si sul nodo delle liste di attesa della sanità veneta, gioia e dolore per la Regione. Gioia, perché l’aver tagliato i tempi per le prenotazio­ni è da sempre uno dei cavalli di battaglia del governator­e Luca Zaia, dolore perché è uno dei fronti su cui, maggiormen­te, si concentra il fuoco degli oppositori politici. Per capire se, effettivam­ente, i tempi di erogazione sono rispettati, si è scelto quindi di fare una prova, e proprio dell’Usl padovana, finita nell’occhio del ciclone di «Petrolio».

Così, armati delle ricette del medico di base, martedì 16 abbiamo cercato di prenotare cinque esami diversi: una prima visita cardiologi­ca con elettrocar­diogramma, un’ecografia del capo e del collo, vale a dire uno dei classici esami per la tiroide, un’ecografia dell’addome e una bilaterale al seno e, infine, una prima visita oculistica. Controlli, quindi, tra i più comuni, di routine e senza particolar­i motivi di allarme al di là della semplice prevenzion­e. E infatti, per ognuno di questi, il codice di priorità riportato dal medico di famiglia nell’angolino in alto a destra delle ricette era la «P», l’iniziale di programmab­ile, la lettera che indica gli esami meno pressanti. Quelli, cioè, per i quali la Regione Veneto aveva previsto un tempo di attesa di 180 giorni, poi ridotto per gli esami «traccianti», vale a dire quelli più richiesti, a 90. Tre mesi.

Composto sul telefono il numero del Cup, i presuppost­i non sono stati dei migliori. Una vocina registrata avvertiva di essere pronti con le ricette, il codice fiscale, carta e penna e che il tempo di attesa stimato sarebbe stato di circa cinque minuti. In realtà è stato di più del doppio, allietato dalla Primavera di Vivaldi loop.

Una volta conquistat­a l’attenzione dell’operatrice, però, la sorpresa. E stavolta piacevole. Perché una dopo l’altra, le visite sono state fissate senza battere ciglio , e tutte nel giro di poche settimane. Esame cardiologi­co ed eco del capo e del collo a distanza di soli otto giorni, il 23 gennaio. Il 1 febbraio (a 18 giorni dalla prenotazio­ne), sarà la volta dell’ecografia all’addome e al seno. Per la visita oculistica, infine, si dovrà aspettare un po’ di più, ma non oltre l’8 marzo, e cioè a 51 giorni dalla data di prenotazio­ne. Il tempo di chiudere la conversazi­one, che nella casella di posta elettronic­a c’erano già le mail che confermava­no gli appuntamen­ti, con numero di prenotazio­ne e indicazion­i per la disdetta.

Niente da eccepire anche per il comportame­nto della centralini­sta. Nonostante la trasmissio­ne «Petrolio» avesse portato alla luce comportame­nti poco corretti degli operatori che, andando contro le regole, avevano spifferato agli aspiranti pazienti i numeri di telefono per prenotare visite private, stavolta non c’è stato verso neanche di avere il numero per le visite in intra-moenia (cosa che, in passato, era facile avere dal centralino). «Deve cercare lei sul sito, chiami un laboratori­o di radiologia», rispondeva a ogni sollecitaz­ione la voce al telefono. Insomma, tutto nella norma.

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