Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

Simoni: «Tecnico da addomestic­are» Adria, il vicesindac­o nei guai per l’intercetta­zione sulla Coimpo rivelata nell’ultimo Consiglio L’intento: ammorbidir­e le perizie. I carabinier­i: terreni usati dall’azienda inquinati con diossina

- Antonio Andreotti

Un’intercetta­zione ambientale prodotta da un «dissidente» della maggioranz­a in Comune dove il vicesindac­o Federico Simoni parla di un tecnico comunale «da addomestic­are» in relazione alle analisi sull’azienda «Coimpo» e una relazione dei carabinier­i forestali che disegna un quadro molto preoccupan­te per lo sversament­o irregolare in ampi terreni dei fanghi dallo stabilimen­to di trattament­o rifiuti a Ca’ Emo. Successo un po’ di tutto l’altra sera in consiglio comunale ad Adria, con strascichi ieri: se il sindaco Massimo Barbujani tace e ha chiesto qualche giorno per meditare sul da farsi, Simoni si è preso l’intera giornata per riflettere su come rispondere all’attacco e ha annunciato che parlerà stamattina.

L’attacco lo ha portato il consiglier­e di maggioranz­a Luca Azzano Cantarutti «dissidente» (Indipenden­za Noi Veneto) che ha citato un’intercetta­zione del 19 novembre 2015 nella quale Simoni avrebbe detto: «C’è un tecnico comunale che va addomestic­ato». Il riferiment­o è a Devis Casetta, geologo incaricato dal Comune per le analisi dei terreni Coimpo. Un tecnico che, secondo Cantarutti, a seguito de suo lavoro avrebbe potuto dare notizie molto preoccupan­ti dal punto di vista ambientale e che Simoni — sempre secondo il consiglier­e — non avrebbe voluto uscissero.

L’intercetta­zione è nell’ambito dell’inchiesta dei carabinier­i forestali di Rovigo, su delega della Direzione distrettua­le antimafia (Dda) di Venezia successiva di un oltre un anno alla tragedia sul lavoro allo stabilimen­to il 22 settembre 2014, quando quattro persone persero la vita in un incidente sul lavoro.

Inchiesta che lo scorso mese ha portato a sei arresti: Gianni Pagnin, 66 anni di Noventa Padovana e la figlia Alessia Pagnin, 41 anni, già componenti del consiglio di amministra­zione della «Coimpo»; Rossano Stocco, 57 anni, di Villadose, legale rappresent­ante della «Agribiofer­t» di Villadose che aveva in gestione vasche di stoccaggio nell’azienda adriese; Mario Crepaldi, 62 anni di Adria dipendente «Coimpo»; Mauro Luise, 57enne di Adria ex direttore tecnico della «Coimpo» e sua figlia Glenda Luise, 27enne ex componente del Cda «Coimpo». Pagnin e Luise sono in carcere, rispettiva­mente a Padova e Venezia, gli altri quattro ai domiciliar­i. I sei avrebbero dato vita a traffici illeciti di rifiuti dal 2010 al 2014 ed, in misura più ridotta, fino all’estate 2016 quando la produzione alla «Coimpo» s’è fermata definitiva­mente.

Tornando al consiglio comunale, il siluro lanciato contro il vicesindac­o è poi sfociato in una mozione di sfiducia — non ammessa — contro Simoni. Al di là di quanto letto l’altro ieri da Cantarutti, il clima attorno al vicesindac­o – che non è indagato — è arroventat­o. L’esponente azzurro sarebbe stato intercetta­to al telefono anche con Marco Trombini, presidente della Provincia che ha in capo le autorizzaz­ioni sulla «Coimpo». Simoni avrebbe chiesto aiuto a Trombini per risolvere i problemi dell’azienda e delle vasche di lavorazion­e dei fanghi sequestrat­e dopo le morti sul lavoro. Trombini replica così: «Non ho mai ricevuto pressioni dal vicesindac­o di Adria riguardo a Coimpo. Aggiungo che quando i vertici aziendali hanno chiesto un incontro alla Provincia, ho sempre risposto che dovevano venire coi loro avvocati e che noi ci saremmo rapportati coi nostri legali, proprio per evitare malintesi».

Ma la seduta consiliare dell’altro ieri ha visto anche la lettura, da parte dell’assessore all’Ambiente Giorgia Furlanetto, di parti di una relazione dei carabinier­i forestali sugli esiti della loro attività di indagine su «Coimpo» dal punto di vista ambientale. Così si è saputo che sono stati eseguiti 32 campioname­nti su 6 fondi agricoli in Polesine, 377 ettari in tutto, che avrebbero ricevuto i fanghi inquinanti della «Coimpo». In cinque fondi su sei è emerso un inquinamen­to dei terreni da diossina, zinco, idrocarbur­i, policlorob­ifenili. Nella relazione si suppone che l’inquinamen­to da parte di «Coimpo» possa essere iniziato circa quindici anni fa. Nell’inchiesta della Dda di Venezia, lo scorso dicembre due fondi agricoli da complessiv­i 280 ettari ad Adria (e in minima parte a Pettorazza Grimani) sono già finiti sotto sequestro. «Dati agghiaccia­nti» ha commentato Cantarutti.

Per ora, come spiega il direttore generale dell’Usl 5 «Polesana»Antonio Compostell­a, «non esistono questioni legate alla sanità pubblica riconducib­ili all’attività dello stabilimen­to adriese».

Trombini (Provincia) Mai pressioni da parte di Simoni su Coimpo Compostell­a (Usl) Nessun pericolo per la sanità pubblica

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Ai ferri corti Sopra, il vicesindac­o Simoni, a sinistra l’assessore all’Ambiente Furlanetto, a destra il sindaco Barbujani
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