Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
Simoni: «Tecnico da addomesticare» Adria, il vicesindaco nei guai per l’intercettazione sulla Coimpo rivelata nell’ultimo Consiglio L’intento: ammorbidire le perizie. I carabinieri: terreni usati dall’azienda inquinati con diossina
Un’intercettazione ambientale prodotta da un «dissidente» della maggioranza in Comune dove il vicesindaco Federico Simoni parla di un tecnico comunale «da addomesticare» in relazione alle analisi sull’azienda «Coimpo» e una relazione dei carabinieri forestali che disegna un quadro molto preoccupante per lo sversamento irregolare in ampi terreni dei fanghi dallo stabilimento di trattamento rifiuti a Ca’ Emo. Successo un po’ di tutto l’altra sera in consiglio comunale ad Adria, con strascichi ieri: se il sindaco Massimo Barbujani tace e ha chiesto qualche giorno per meditare sul da farsi, Simoni si è preso l’intera giornata per riflettere su come rispondere all’attacco e ha annunciato che parlerà stamattina.
L’attacco lo ha portato il consigliere di maggioranza Luca Azzano Cantarutti «dissidente» (Indipendenza Noi Veneto) che ha citato un’intercettazione del 19 novembre 2015 nella quale Simoni avrebbe detto: «C’è un tecnico comunale che va addomesticato». Il riferimento è a Devis Casetta, geologo incaricato dal Comune per le analisi dei terreni Coimpo. Un tecnico che, secondo Cantarutti, a seguito de suo lavoro avrebbe potuto dare notizie molto preoccupanti dal punto di vista ambientale e che Simoni — sempre secondo il consigliere — non avrebbe voluto uscissero.
L’intercettazione è nell’ambito dell’inchiesta dei carabinieri forestali di Rovigo, su delega della Direzione distrettuale antimafia (Dda) di Venezia successiva di un oltre un anno alla tragedia sul lavoro allo stabilimento il 22 settembre 2014, quando quattro persone persero la vita in un incidente sul lavoro.
Inchiesta che lo scorso mese ha portato a sei arresti: Gianni Pagnin, 66 anni di Noventa Padovana e la figlia Alessia Pagnin, 41 anni, già componenti del consiglio di amministrazione della «Coimpo»; Rossano Stocco, 57 anni, di Villadose, legale rappresentante della «Agribiofert» di Villadose che aveva in gestione vasche di stoccaggio nell’azienda adriese; Mario Crepaldi, 62 anni di Adria dipendente «Coimpo»; Mauro Luise, 57enne di Adria ex direttore tecnico della «Coimpo» e sua figlia Glenda Luise, 27enne ex componente del Cda «Coimpo». Pagnin e Luise sono in carcere, rispettivamente a Padova e Venezia, gli altri quattro ai domiciliari. I sei avrebbero dato vita a traffici illeciti di rifiuti dal 2010 al 2014 ed, in misura più ridotta, fino all’estate 2016 quando la produzione alla «Coimpo» s’è fermata definitivamente.
Tornando al consiglio comunale, il siluro lanciato contro il vicesindaco è poi sfociato in una mozione di sfiducia — non ammessa — contro Simoni. Al di là di quanto letto l’altro ieri da Cantarutti, il clima attorno al vicesindaco – che non è indagato — è arroventato. L’esponente azzurro sarebbe stato intercettato al telefono anche con Marco Trombini, presidente della Provincia che ha in capo le autorizzazioni sulla «Coimpo». Simoni avrebbe chiesto aiuto a Trombini per risolvere i problemi dell’azienda e delle vasche di lavorazione dei fanghi sequestrate dopo le morti sul lavoro. Trombini replica così: «Non ho mai ricevuto pressioni dal vicesindaco di Adria riguardo a Coimpo. Aggiungo che quando i vertici aziendali hanno chiesto un incontro alla Provincia, ho sempre risposto che dovevano venire coi loro avvocati e che noi ci saremmo rapportati coi nostri legali, proprio per evitare malintesi».
Ma la seduta consiliare dell’altro ieri ha visto anche la lettura, da parte dell’assessore all’Ambiente Giorgia Furlanetto, di parti di una relazione dei carabinieri forestali sugli esiti della loro attività di indagine su «Coimpo» dal punto di vista ambientale. Così si è saputo che sono stati eseguiti 32 campionamenti su 6 fondi agricoli in Polesine, 377 ettari in tutto, che avrebbero ricevuto i fanghi inquinanti della «Coimpo». In cinque fondi su sei è emerso un inquinamento dei terreni da diossina, zinco, idrocarburi, policlorobifenili. Nella relazione si suppone che l’inquinamento da parte di «Coimpo» possa essere iniziato circa quindici anni fa. Nell’inchiesta della Dda di Venezia, lo scorso dicembre due fondi agricoli da complessivi 280 ettari ad Adria (e in minima parte a Pettorazza Grimani) sono già finiti sotto sequestro. «Dati agghiaccianti» ha commentato Cantarutti.
Per ora, come spiega il direttore generale dell’Usl 5 «Polesana»Antonio Compostella, «non esistono questioni legate alla sanità pubblica riconducibili all’attività dello stabilimento adriese».
Trombini (Provincia) Mai pressioni da parte di Simoni su Coimpo Compostella (Usl) Nessun pericolo per la sanità pubblica