Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
I garanti: Litta non lavori più in reparto
Oggi Flor ratifica il verdetto sul medico che ha chiesto 2mila euro per saltare le attese
Il Comitato dei Garanti PADOVA dell’Azienda ospedaliera ha accolto la richiesta del direttore generale Luciano Flor di sospendere dalla convenzione l’universitario Pietro Litta. Il responsabile della Chirurgia mini-invasiva interna alla Clinica ostetrica è stato ripreso da «Petrolio» (Rai 1) mentre chiedeva 2mila euro per un intervento di chiusura delle tube senza attese. Oggi Flor ratificherà il parere dei garanti, perciò Litta non potrà più esercitare in ospedale.
Dove si sedevano gli PADOVA spacciatori, ora ci sono gli stessi dissuasori già apparsi tempo fa a pochi isolati di distanza. Dopo piazzale Stazione, corso del Popolo, piazza de Gasperi, piazza Mazzini e piazzale Boschetti, gli spuntoni anti-seduta approdano in piazzetta Gasparotto: la novità riguarda il lato est del complesso, vicino al varco che si affaccia su via Valeri e su quel che resta del cantiere Pp1.
E come spesso accade in queste occasioni, è una scelta che divide. In zona Stazione la presenza di uffici e locali non basta ad allontanare i malintenzionati, tanto che da qualche tempo un gruppo di pusher nigeriani comanda una porzione di piazzetta Gasparotto e non ha nessuna intenzione di andarsene; il loro punto di ritrovo è sui muretti accanto alla rampa posteriore del garage De Danieli, di fronte a un bar che ha chiuso i battenti da poco. Dall’altra parte della rampa ci sono gli uffici di avvocati e commercialisti. E sono stati proprio loro a installare le barriere anti-seduta: «La situazione era diventata insostenibile – spiega Gianluca Bertossi, l’amministratore di condominio -. Gli spacciatori erano insistenti, inseguivano la gente e alcuni di loro erano ubriachi; quando la polizia passava per un controllo, se ne andavano per pochi minuti e poi tornavano. Ora sono sempre lì, ma almeno non possono più sedersi e sdraiarsi con facilità».
Sui muretti attorno alla rampa infatti sono comparsi due tipi di dissuasori: su quelli più bassi alcuni «triangoli» con la punta all’insù, su quelli più alti delle lastre fissate alle colonne con i bulloni. «Si tratta di una soluzione provvisoria, ma potrebbe anche diventare definitiva – dice Bertossi -. I problemi sono nati anni fa con la chiusura del parcheggio di via Valeri, perché non c’è più passaggio e si formano sacche di degrado».
Le barriere di piazzetta Gasparotto ricordano quelle di piazza De Gasperi, dove nel 2012 gli abitanti di un altro condominio approvarono
I residenti Secondo i residenti non c’era altra soluzione per tenere lontani i pusher
l’installazione dei «triangoli» sul corrimano del garage.
L’anno dopo, sempre in piazza De Gasperi, fu il Comune a installare delle «ondine» sulle aiuole davanti al supermarket etnico; nel 2014 poi spuntarono altri esemplari di dissuasore sui bordi di due vasche in corso del Popolo e davanti all’ex biglietteria delle corriere in piazzale Boschetti, mentre nel 2016 il Comune lanciò le panchine con braccioli anti-bivacco in piazza Mazzini. Insomma, gli spuntoni non sono più solo antipiccioni. E in zona Stazione trovare un angolo dove sedersi è sempre più difficile. L’ultimo capitolo riguarda una zona particolare: piazzetta Gasparotto infatti ospita il coworking Co+, il circolo Arci «Nadir», l’associazione ParkourWave, il gruppo Officine Arte Teatro, il gruppo di acquisto solidale «Gasp!» e l’orto urbano «Gasparorto» (mentre la sede di Coalizione civica è dietro l’angolo). Tutte realtà coinvolte in un progetto di rigenerazione urbana che negli ultimi anni ha cercato di cambiare volto alla piazza: «Abbiamo fatto un lavoro lungo e difficile per rendere questo luogo più piacevole – commenta Marina Molinari, vicepresidente dell’associazione Nadir -. Gli spuntoni sono inutili e squallidi, servono solo a rendere l’ambiente ancora più ostile. Non è così che si combattono le situazioni di disagio».