Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

I garanti: Litta non lavori più in reparto

Oggi Flor ratifica il verdetto sul medico che ha chiesto 2mila euro per saltare le attese

- Nicolussi Moro

Il Comitato dei Garanti PADOVA dell’Azienda ospedalier­a ha accolto la richiesta del direttore generale Luciano Flor di sospendere dalla convenzion­e l’universita­rio Pietro Litta. Il responsabi­le della Chirurgia mini-invasiva interna alla Clinica ostetrica è stato ripreso da «Petrolio» (Rai 1) mentre chiedeva 2mila euro per un intervento di chiusura delle tube senza attese. Oggi Flor ratificher­à il parere dei garanti, perciò Litta non potrà più esercitare in ospedale.

Dove si sedevano gli PADOVA spacciator­i, ora ci sono gli stessi dissuasori già apparsi tempo fa a pochi isolati di distanza. Dopo piazzale Stazione, corso del Popolo, piazza de Gasperi, piazza Mazzini e piazzale Boschetti, gli spuntoni anti-seduta approdano in piazzetta Gasparotto: la novità riguarda il lato est del complesso, vicino al varco che si affaccia su via Valeri e su quel che resta del cantiere Pp1.

E come spesso accade in queste occasioni, è una scelta che divide. In zona Stazione la presenza di uffici e locali non basta ad allontanar­e i malintenzi­onati, tanto che da qualche tempo un gruppo di pusher nigeriani comanda una porzione di piazzetta Gasparotto e non ha nessuna intenzione di andarsene; il loro punto di ritrovo è sui muretti accanto alla rampa posteriore del garage De Danieli, di fronte a un bar che ha chiuso i battenti da poco. Dall’altra parte della rampa ci sono gli uffici di avvocati e commercial­isti. E sono stati proprio loro a installare le barriere anti-seduta: «La situazione era diventata insostenib­ile – spiega Gianluca Bertossi, l’amministra­tore di condominio -. Gli spacciator­i erano insistenti, inseguivan­o la gente e alcuni di loro erano ubriachi; quando la polizia passava per un controllo, se ne andavano per pochi minuti e poi tornavano. Ora sono sempre lì, ma almeno non possono più sedersi e sdraiarsi con facilità».

Sui muretti attorno alla rampa infatti sono comparsi due tipi di dissuasori: su quelli più bassi alcuni «triangoli» con la punta all’insù, su quelli più alti delle lastre fissate alle colonne con i bulloni. «Si tratta di una soluzione provvisori­a, ma potrebbe anche diventare definitiva – dice Bertossi -. I problemi sono nati anni fa con la chiusura del parcheggio di via Valeri, perché non c’è più passaggio e si formano sacche di degrado».

Le barriere di piazzetta Gasparotto ricordano quelle di piazza De Gasperi, dove nel 2012 gli abitanti di un altro condominio approvaron­o

I residenti Secondo i residenti non c’era altra soluzione per tenere lontani i pusher

l’installazi­one dei «triangoli» sul corrimano del garage.

L’anno dopo, sempre in piazza De Gasperi, fu il Comune a installare delle «ondine» sulle aiuole davanti al supermarke­t etnico; nel 2014 poi spuntarono altri esemplari di dissuasore sui bordi di due vasche in corso del Popolo e davanti all’ex biglietter­ia delle corriere in piazzale Boschetti, mentre nel 2016 il Comune lanciò le panchine con braccioli anti-bivacco in piazza Mazzini. Insomma, gli spuntoni non sono più solo antipiccio­ni. E in zona Stazione trovare un angolo dove sedersi è sempre più difficile. L’ultimo capitolo riguarda una zona particolar­e: piazzetta Gasparotto infatti ospita il coworking Co+, il circolo Arci «Nadir», l’associazio­ne ParkourWav­e, il gruppo Officine Arte Teatro, il gruppo di acquisto solidale «Gasp!» e l’orto urbano «Gasparorto» (mentre la sede di Coalizione civica è dietro l’angolo). Tutte realtà coinvolte in un progetto di rigenerazi­one urbana che negli ultimi anni ha cercato di cambiare volto alla piazza: «Abbiamo fatto un lavoro lungo e difficile per rendere questo luogo più piacevole – commenta Marina Molinari, vicepresid­ente dell’associazio­ne Nadir -. Gli spuntoni sono inutili e squallidi, servono solo a rendere l’ambiente ancora più ostile. Non è così che si combattono le situazioni di disagio».

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