Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
Permasteelisa assume cinque profughi a tempo determinato
L’iniziativa VITTORIO VENETO (TREVISO) era partita male perché doveva rimanere riservata e alla fine è stata fraintesa. Permasteelisa, il gruppo multinazionale dei rivestimenti architettonici di Vittorio Veneto passato lo scorso autunno come un’azienda in cerca di manodopera solo straniera, dopo aver rettificato il senso della proposta oggi va in meta con la firma dei primi cinque contratti a tempo determinato a favore di altrettanti profughi, ospiti per lo più di cooperative del Trevigiano. «Ma non li assumeremo in pianta stabile — ribadisce l’amministratore delegato, Riccardo Mollo — l’intenzione del nostro programma, concordato con la prefettura di Treviso, è di formarli in azienda. Poi ad assumerli speriamo siano altre imprese. Inizieranno il primo febbraio e quando, a dicembre, il loro contratto scadrà, vedremo se le competenze maturate in una società come la nostra saranno utili a convincere altri datori di lavoro ad integrarli nel loro organico. Solo allora diremo che l’esperimento è riuscito».
I cinque migranti selezionati provengono da una rosa di 97 candidature dalle quali, dopo un colloquio, è stata estratta una prima scrematura di 41. I requisiti richiesti erano la conoscenza dell’italiano e il possesso di un titolo di studio confrontabile con quelli dei nostri istituti tecnici. I giovani stranieri, maschi e provenienti tutti dall’Africa, in possesso di regolare diritto di asilo, saranno ora assegnati a settori diversi, dalle presse al magazzino, e affiancati da personale con il compito di insegnare loro il mestiere. Oltre al costo del lavoro diretto, cioè, Permasteelisa metterà in conto il tempo che i propri dipendenti dedicheranno al tutoraggio. Per questo gli altri 36 candidati non inseriti in questa fase rimarranno in attesa. Soltanto se i loro cinque colleghi troveranno un impiego, insomma, l’esperienza si ripeterà. Ad indicare i nomi per le candidature erano state quasi sempre le cooperative anche se, in un caso, alla diffusione del progetto si era presentato spontaneamente uno straniero con il profilo giusto, che aveva poi superato entrambe le selezioni.
«Ma è in ogni caso fuorviante il messaggio che Permasteelisa dà lavoro ai profughi e non agli italiani — insistono i vertici della società —. Vogliamo contribuire, con le nostre capacità di fare formazione, alla migliore integrazione degli ospiti stranieri, attraverso un buon lavoro, nel tessuto produttivo locale». Questo mentre il colosso fondato da Massimo Colomban e poi passato nelle mani di investitori prima giapponesi (Lixil) e poi cinesi (Grandland), continua ad aggiungere in portafoglio commesse di prestigio nel mondo. Terminato il rivestimento dell’«astronave» di Cupertino, ossia il nuovo quartier generale della Apple, ora il gruppo sta cimentandosi nella finitura del Latka, palazzo riferibile all’omonima società controllata da Gazprom, a San Pietroburgo. Si tratta della struttura più alta d’Europa, con i suoi 466 metri, sulla sommità della quale Permasteelisa dovrà posare pure una componente architettonica per contratto entro il 31 gennaio. L’operazione complessiva vale 215 milioni di euro ma il record di altezza per i cantieri del gruppo è probabilmente la torre Kl118, a Kuala Lumpur, che tocca i 630 metri.
Non altrettanto elevata la One Vanderbilt di Manhattan ha però il pregio, dai suoi 396 metri, di consentire al visitatore di guardare dall’alto in basso l’Empire State Building e di portare nel business di Permasteelisa un cachet da 105 milioni. Una soddisfazione arriva infine da un palazzo chiamato Fase 3 nel quartiere di Battersea, a Londra, celebrato in una leggendaria copertina dei Pink Floyd (l’album era «Animals»).
Disegnato da Frank Gehry, l’edificio ha sfidato a lungo e senza successo un concorrente francese di Permasteelisa, il quale ha abbandonato il campo lasciando ai progettisti vittoriesi l’onere di concepire il sistema per rivestire la singolare superficie e, con esso, un contratto da 71 milioni di sterline.