Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
Niente permessi premio per Cappuzzo L’ex medico condannato per l’omicidio della moglie non può andare al Bo
Chi lo conosce bene PADOVA dice che Gian Luca Cappuzzo è un detenuto modello. Ma per la giustizia italiana il conto non è ancora stato pagato, se mai si potrà definire saldato il conto di un omicidio, e l’ex medico che aveva ucciso la moglie con un’ iniezione letale l’8 febbraio del 2006 non potrà godere di uno speciale permesso premio concessogli dal tribunale di sorveglianza.
Il pubblico ministero Benedetto Roberti ha infatti impugnato il permesso concesso all’ex medico padovano in carcere al Due Palazzi: Cappuzzo, che si sta per laureare Giurisprudenza con tesi in Diritto Costituzionale, non potrà andare a cercare da solo il materiale per la tesi né potrà, così come invece aveva richiesto, pranzare liberamente in un ristorante del centro storico. L’impugnazione è motivata dal fatto che vedere Cappuzzo libero di girare da solo e senza vigilanza in centro storico nuocerebbe non poco all’immagine delle istituzioni: veder passeggiare in giro per Padova un omicida che solo 12 anni fa aveva ammazzato la moglie per gelosia, provocherebbe una totale sfiducia nella giustizia italiana.
Il diniego è di qualche settimana fa a fronte di una richiesta fatta da Cappuzzo in persona. Pare che nel corso degli ultimi anni l’ex medico si sia impegnato in un percorso riabilitativo che lo ha visto tuffarsi nello studio del diritto, tanto da fargli superare gli esami e da consentirgli di raggiungere il traguardo di una laurea. Cappuzzo ha sempre ottenuto di poter uscire per fare gli esami, sempre con vigilanza al seguito. L’ultima volta però ha chiesto di poter fare tutto da solo: uscire la mattina per andare all’università, pranzare fuori e rientrare in carcere. Tutto però senza vigilanza. Il tribunale di sorveglianza ha inizialmente approvato l’iter, ma il pm si è opposto e ha rimandato tutte le carte indietro. Nel 2011 la Cassazione aveva confermato 30 anni di carcere a Cappuzzo, colpevole di aver ucciso la moglie Elena Fioroni, che lo voleva lasciare, con una iniezione letale di uretano. Per Natale aveva ottenuto il permesso di stare a pranzo con i suoi. Ma per girare in città da solo dovrà ancora attendere.