Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

«Il dg orchestrav­a I testi delle lettere me le mandò lui»

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L’1 settembre 2015, la guardia di finanza di Vicenza intercetta una conversazi­one tra l’ex vice direttore generale della Banca Popolare, Emanuele Giustini, e una componente del collegio sindacale dell’istituto. Parlano delle lettere di impegno, cioè quegli accordi messi nero su bianco - e concessi a una sessantina di soci privilegia­ti - che impegnavan­o (in modo più o meno stringente) l’istituto di credito a ricomprare le azioni acquistate. Accordi illeciti, secondo la procura. Tra i firmatari, oltre al direttore generale Samuele Sorato, figura anche lo stesso Giustini. Sindaco Bpvi (S): «Sì, ma anche quelle lettere perchè le hai fatte? Tu sei quello che ha

fatto più lettere».

Emanuele Giustini (G): «Perché mi è stato chiesto di farle».

S: «Eh sì ma ho capito, ma se ti chiedono di fare una cosa uccidendo dei bambini per strada cosa fai? No?»

G: «All’epoca l’ho fatto per il bene della banca, capisci?».

S: «No, ma c’era consapevol­ezza che qualcosa non quadrava oppure eravate convinti che...»

G: «Ma no, sai perché... perchè le prime me le ha mandate Sorato». S: «Sì». G: «Cioè, proprio per email mi ha detto questa è la lettera da firmare, io ho firmato le mie e voi firmate le vostre, le ha viste la finanza... ma io pensavo che fossero corrette, cioè, come dire, fossero delle side letter che si fanno in tutti gli accordi». (...) «In pratica noi chiedevamo a un cliente, non so, se compra delle azioni, questo diceva sì le compro però come faccio, quale sarà il rendimento?» S: «Una garanzia» G: «Poi dicevamo a Sorato quanto sarà il dividendo? Ma intorno all’1%, va bene allora dicevamo al cliente che il rendimento era intorno all’1%, poi questo dividendo non si è mai dato e in qualche modo dovevamo accontenta­re il cliente. Questo è successo...».

S: Sì sì sì, però erano lettere d’impegno, non sono lettere... generiche». G: «Alcune generiche altre d’impegno» S: «Ce n’è di tutti i tipi» G: «Sì» S: «Ma molte sono d’impegno... mamma mia, guarda... mi dicevi che non sai com andrà a finire... ma Sorato lo senti?

G: «No, perché lui ha detto al presidente che non sapeva niente di queste cose e che i responsabi­li eravamo io e Piazzetta. Invece è il contrario, era lui che orchestrav­a questo tipo di operativit­à (...) Sorato, come faccio a sentirlo? Cioè, ormai è persa qualunque tipo di fiducia»

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