Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
Dal pc spunta la «confessione» di Zigliotto: «Così mi chiesero di comprare titoli»
Tra le figure di primo piano VICENZA finite nell’inchiesta sul crac della Banca Popolare di Vicenza c’è Giuseppe Zigliotto, ex presidente di Confindustria Vicenza (tra le più importanti d’Italia) che ha rivestito l’incarico di componente del Comitato Fidi di Bpvi dal 2010 al 2012 e, soprattutto, è stato nel Cda dal 2003 al dicembre 2015.
L’informativa della Finanza depositata in procura a Vicenza il 14 settembre (quindi due mesi dopo la chiusura delle indagini) va a «riepilogare gli elementi indiziari raccolti» nei suoi confronti. Si ripercorrono cose note, a cominciare dal fatto che il 13 settembre 2012 l’azienda che amministrava, la Zeta Srl, «ha ricevuto una nuova concessione di finanziamento per 12,5 milioni di euro utilizzato, il 20 novembre 2012, per l’acquisto di azioni Bpvi per 10milioni di euro». Una baciata, quindi. Come quella perfezionata l’anno successivo: un milione e mezzo finanziato il 23 luglio e 565mila euro spesi per comprare azioni Bpvi il 2 settembre, entrambe approvate con delibera del Cda. Prima ancora si sarebbe mosso suo fratello Gianmarco: 4,8 milioni finanziati il 27 dicembre 2011 e, due giorni dopo, 5 milioni spesi in azioni. E si sapeva anche che, a differenza di molti altri soci, la Zeta srl è riuscita a rivendere 88mila azioni il 10 febbraio 2015 (due mesi prima della svalutazione del titolo da 62,5 a 48 euro) e che Gianmarco Zigliotto ne aveva vendute 85mila a maggio 2014.
Non era invece emerso, finora, il fatto che l’allora componente del Cda sarebbe tra i «fortunati» che non pagarono neppure gli interessi sul fido. Stando a diversi testimoni, Zigliotto ne ha «più volte sollecitato lo storno». E a furia di lamentarsi («Guarda dove sono finito per fare un favore alla banca», si sfogò di fronte al funzionario che seguiva la sua pratica) il 31 marzo 2013 nel conto della Zeta Srl «è riportato l’accredito di 32.420 euro, ovvero lo storno degli interessi maturati nel 2012 per il finanziamento di 12,5 milioni», annota la Finanza. Un documento che «comprova che Zigliotto ha beneficiato degli storni degli interessi passivi maturati sulle concessioni creditizie». Ma soprattutto «la piena consapevolezza delle baciate concluse da Zigliotto, fa emergere come lo stesso non poteva non essere a conoscenza dell’illiquidità del titolo azionario Bpvi e quindi anche dell’incapacità dell’istituto di credito di provvedere alle richieste di vendita dei soci se non tramite politiche “svuotafondo”».
Tra gli elementi di prova contro l’ex presidente di Confindustria, ci sono però anche diversi testimoni e, soprattutto, alcune intercettazioni telefoniche. Come Sorato che al telefono si lascia sfuggire: «Gli stessi consiglieri sono stati finanziati, come Zigliotto (...) cioè tutti gli amici del presidente».
Ma la «prova regina», l’ha fornita lo stesso ex componente del Cda. Interrogato il 26 luglio 2016, si avvalse della facoltà di non rispondere «anche in considerazione della necessità di rientrare in possesso dei dati contenuti nel mio computer», che era stato sequestrato. Una frase che dev’essere suonata strana ai finanzieri, che si sono quindi messi al lavoro sul pc di Zigliotto facendo una scoperta che li ha lasciati di stucco: un file intitolato «Storia azioni extra ad aprile 2015» nel quale lo stesso Zigliotto riepiloga l’intera operazione baciata che lo riguarda. Nell’informativa, quegli appunti vengono «assimilati a una completa ammissione di colpa da parte dell’indagato».
L’imprenditore scrive che «mi è stato chiesto in due occasioni di comprare azioni con finanziamenti dove non ho percepito utili ma ho anticipato interessi passivi (...) operazioni proposte da EG (per la finanza si tratta del vice-Dg Emanuele Gustini, ma definite in ufficio da SS (si tratterebbe di Samuele Sorato,
che mi ringraziava per l’aiuto. SS mi confermò che il presidente era informato. (...) Mi viene spiegato che per le pop non quotate il finanziamento ai soci è nella tradizione con aree grigie, per il fatto che si privilegiano i soci rispetto ai non soci...».