Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

Finti divorzi per incassare l’assegno sociale

Treviso, frode all’Inps per mezzo milione di euro: denunciate 14 persone. Sanzionate altre 25

- M.Cit.

Il controllo dei voli aerei, TREVISO quello dei conti bancari, ma anche il profilo Facebook passati al setaccio, più appostamen­ti sotto casa per giorni. Così la Guardia di Finanza ha incastrato 14 «furbetti dell’assegno sociale», che percepivan­o indebitame­nte dallo Stato una forma di previdenza garantita agli ultra 65enni in condizioni economiche disagiate. Ora devono rispondere della frode ai danni dello Stato. L’ammontare delle somme indebitame­nte erogate nell’arco di un triennio è di circa 500mila euro. Sanzione solo amministra­tiva per altri 25 anziani, che si sono salvati dalla denuncia penale perché hanno percepito somme inferiori ai 4 mila euro. L’assegno sociale prevede un’erogazione massima di 448 euro al mese, per tredici mensilità. Condizioni indispensa­bili per averne diritto, essere ultra 65enne, avere una situazione reddituale problemati­ca e, se si tratta di cittadini stranieri, risiedere stabilment­e in Italia da almeno 10 anni.

La Guardia di Finanza ha ribattezza­to l’indagine «Operazione 48», dal numero che per la smorfia napoletana significa «morto che parla», perché a percepire l’assegno c’erano anche dei morti. O meglio, i parenti. Poi ci sono quelli che fissavano una residenza fittizia in Italia o che, una volta lasciato il Paese, l’hanno mantenuta per incassare l’assegno. E’ il caso di un’ex badante brasiliana tornata in patria: per anni ha percepito sul suo conto corrente italiano il denaro che però, tramite pagamenti Bancomat, veniva speso solo a San Paolo del Brasile. Come lei otto gli stranieri denunciati, che pur avendo residenza in Italia vivevano nei Paese d’origine. Infine ci sono quelli arrivati addirittur­a a divorziare. Un unico caso, di trevigiani doc. Una coppia di pensionati 68enni ha escogitato la frode per consentire alla donna, da sempre casalinga, di percepire quel minimo di pensione sociale. I finanzieri hanno vagliato mille posizioni, relative agli aventi diritto all’assegno sociale, residenti in 22 Comuni trevigiani: 14 le denunce penali e 25 le sanzioni.

I quattordic­i sono stati segnalati alla Procura, le erogazioni sono state subito bloccate e la finanza ha chiesto il sequestro per equivalent­e a tutela dello Stato. A sedici soggetti, inoltre, è stata revocata l’assistenza sanitaria di base. Non vivendo in Italia non ne hanno diritto e lo Stato può risparmiar­e i 70 euro pro capite che spettano al medico curante.

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