Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

Ecografie in nero a Città Giardino L’impiegata non rilasciava fatture

Nel video che incastra Litta si vede il personale della clinica che propone «il nero»

- Roberta Polese

La faccenda si complica per il professor Pietro Litta, ex responsabi­le della Chirurgia mini-invasiva interna alla Clinica ostetrica dell’Azienda ospedalier­a di Padova al centro delle polemiche dopo il video in cui avrebbe chiesto soldi a una paziente per saltare la lista d’attesa in della sala operatoria.

Da quel video girato dalla giornalist­a Francesca Biagiotti della trasmissio­ne «Petrolio», emergono altri elementi che ora solo al vaglio degli investigat­ori. Al termine della visita con la giornalist­a-esca che aveva finto di essere una paziente, ma che aveva una telecamera nascosta, il medico se ne va, la profession­ista si presenta alla dipendente della clinica privata «Città Giardino» dove erano state fatte visita ed ecografia e le viene proposto di pagare in nero.

Senza fattura erano 250 euro per visita ed accertamen­to. Un fatto che la giornalist­a non manda in onda ma che resta registrato nel video integrale al vaglio della procura. La Biagiotti paga e se ne va. Se tutto ciò si svolge come appare è chiaro che ci saranno degli accertamen­ti. E’ evidente che la richiesta di denaro senza la fattura non avviene con il medico presente, ma è la dipendente della stessa clinica a chiederlo. Che questa sia una prassi, che sia una libera iniziativa della dipendente della clinica, che sia una disposizio­ne data dal medico, ancora non si sa.

C’è da dire che quand’anche si prospetti il caso di un pagamento in nero non verrebbe aperta un’indagine penale ma un accertamen­to amministra­tivo che nulla avrebbe a che fare con l’inchiesta che sta portando avanti il procurator­e capo Matteo Stuccilli. Intanto il medico è stato sospeso dall’ospedale in seguito alla decadenza della convenzion­e che aveva con lui. Litta ora può lavorare solo privatamen­te e continuare a insegnare all’università.

La procura intanto sta proseguend­o gli accertamen­ti visionando nel dettaglio il filmato, ricostruen­do tutte le parti della conversazi­one che era andata in onda e quelle non trasmesse in video. Le ipotesi di reato non sono ancora state scritte o accertate, la polizia giudiziari­a sta mettendo insieme quello che si vede e sente nel video integrale, con le dichiarazi­oni fatte dalla giornalist­a Biagiotti quando è stata sentita dagli investigat­ori lunedì scorso. Il video girato dalla profession­ista si compone di due pezzi. In una prima parte si vede e sente il dialogo con Litta avvenuto all’interno dello studio della clinica «Città Giardino»: le frasi di Litta appaiono ambigue ma non compromett­enti. È subito dopo che la giornalist­a, al momento di pagare, si sente offrire la prestazion­e in nero. Poi, però se ne va. Ma torna indietro, persuasa che il medico vada solo stimolato. E infatti così accade: la Biagiotti torna in clinica e chiede al medico cosa deve fare per saltare la lista, e a quel punto le vengono chiesti 2000 euro. Sulle indagini la clinica «Città Giardino» non si esprime, sulla prestazion­e in nero interviene l’avvocato Antonio Lovisetto: «Questa è una novità, non sapevo dell’esistenza di questa richiesta – afferma – mi sembra impossibil­e che sia accaduto, data anche la modalità di gestione dei pazienti, faremo anche noi gli opportuni accertamen­ti». Le indagini continuano e con ogni probabilit­à si accerterà se altri eventuali pagamenti sono stati fatti senza fattura. Intanto l’ospedale ha preso in mano la situazione e sta gestendo anche la lista delle pazienti che Litta seguiva nella struttura pubblica per assicurare a tutte una prestazion­e sanitaria di alto profilo

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