Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
Preso in Messico il camorrista sparito 10 anni fa
Fermato dalla Dia di Padova Salvatore Longo, era a Tijuana come Javier Gonzales
Più di dieci anni nascosto tra gli Stati Uniti e il Messico, dove la direzione investigativa antimafia di Padova l’ha localizzato e fatto arrestare. Durante la sua permanenza oltreoceano non aveva smesso di minacciare le sue vittime tra cui molti imprenditori veneti, con pesanti sms in cui assicurava violente ritorsioni se non veniva pagato.
La notte del 19 gennaio scorso è finita la latitanza del camorrista Salvatore Longo: a suo carico pendeva una condanna a 9 anni e sei mesi di reclusione comminatagli il 30 maggio 2017 dal tribunale di Verona per i reati di estorsione e usura. I fatti risalgono al periodo tra il 2005 e il 2009 e sono stati accertati durante l’operazione «Benaco». Il 9 ottobre del 2009 erano finiti in cella Ciro Cardo ed Egidio Longo. Salvatore Longo, che prima di sparire dalla circolazione gestiva una pizzeria nel veronese, era riuscito a evitare l’arresto scappando alla cattura. I tre avevano il monopolio sulla vendita di abbigliamento agli ambulanti, a cui chiedevano di restituire i soldi in cambio della merce con un tasso di usura vicino al 204%.
Tutti facevano riferimento all’«alleanza di Secondigliano» e in particolare al clan camorrista Licciardi che gravita nella zona nord di Napoli e nel quartiere Scampia. Il 44enne era fuggito negli Stati Uniti già nel 2006 attraverso il confine tra Messico e California. A tradirlo alcuni sms che ha mandato da sim telefoniche internazionali intestate a lui e alla compagna. «Tu sei una brava persona…ma hai oltrepassato il limite. Ti giuro sui miei figli, se non paghi entro stasera finisce male» e ancora «hai le ore contate», «ti mando a schiattare la testa» il tono delle minacce. L’anno scorso Longo si è separato dalla moglie. In Messico aveva da tempo iniziato una relazione con Morena Munoz, una donna del posto da cui sono nate due figlie. Il latitante viveva a Tijuana dove aveva aperto una pizzeria sotto lo pseudonimo di Francisco Javier Gonzales. Le autorità messicane ne hanno disposto l’estradizione in l’Italia.