Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

Cambio al vertice di Cariparo c’è Muraro per il dopo-Finotti

Il presidente, che compirà 90 anni a breve, resterà come «emerito»

- Davide D’Attino

La voce, all’ombra del Santo, circola da un paio di settimane. E viene data quasi per certa. Al vertice della Fondazione Cassa di Risparmio, al posto dell’89enne Antonio Finotti, ci sarà il 78enne Gilberto Muraro che dal 2014, dopo essere stato rettore del Bo (di cui è docente emerito di Scienza delle Finanze) e vicepresid­ente di Banca Antonvenet­a, è presidente di Cassa di Risparmio del Veneto.

L’incarico di Muraro alla guida dell’istituto regionale di Intesa Sanpaolo, dov’è stato confermato lo scorso anno, dovrebbe concluders­i a primavera 2019. Ma è molto probabile che, ora di allora, la banca creata nel 2008 con la nascita di Intesa Sanpaolo (che ha inglobato tutte le filiali venete della Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo), non esisterà più. Nel nuovo piano d’impresa che Intesa Sanpaolo presenterà martedì 6 febbraio prossimo, all’indomani della ratifica del rendiconto 2017, dovrebbe infatti essere contenuta anche l’incorporaz­ione delle ultime sette banche territoria­li; tra loro anche la Cassa di Risparmio del Veneto di cui dovrebbero sparire le insegne. Grazie a questa operazione, Muraro potrebbe dunque assicurars­i il posto di presidente di Cariparo al posto di Finotti che dopo 15 lunghissim­i anni di comando (per un totale di tre mandati consecutiv­i a cui si somma un quinquenni­o da segretario generale della stessa Fondazione dal 1997 al 2003) dovrebbe ottenere l’incarico di presidente emerito. Tornando a Muraro, per l’ex rettore dell’Università di Padova c’è da superare l’ostacolo dell’articolo 10 del protocollo Acri-Mef (il documento di riforma delle Fondazioni siglato nel 2015 tra l’associazio­ne delle stesse Fondazioni bancarie e il ministero dell’Economia che le controlla). Stabilisce che chi ha «ricoperto la carica di componente degli organi della società bancaria conferitar­ia non può assumere cariche negli organi della fondazione prima che siano trascorsi almeno dodici mesi dalla cessazione dell’incarico». Tradotto: chi sia stato nei cda di Intesa, di cui la Fondazione è azionista storico, può ricoprire incarichi nella Fondazione. Ma il problema è dato per superato, in quanto Muraro era in un organo non della capogruppo Intesa Sanpaolo, ma della controllat­a Cariveneto. Insomma, carte alla mano, l’ex rettore del Bo non sarebbe incompatib­ile né ineleggibi­le. Anche se l’ultima parola spetterà al consiglio generale. Per il dopo Finotti, comunque, il nome di Muraro è in pole position. E una dopo l’altra, sembrano cadute le candidatur­e del segretario generale Roberto Saro (fedelissim­o del presidente uscente), dell’avvocato tributaris­ta Francesco Moschetti, di Donato Nitti, già direttore della Clinica Chirurgica 1 dell’Azienda Ospedalier­a di Padova, e di un altro ex rettore del Bo, Giuseppe Zaccaria.

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