Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

Nuova legge sul fine vita, dibattito aperto al Policlinic­o «I medici devono agire così»

- A.M.

La nuova legge sul fine vita entrerà in vigore mercoledì prossimo. E ieri, per capire come cambierà il rapporto tra medico e paziente, il policlinic­o ha aperto le porte al corso di perfeziona­mento in Bioetica diretto dal professor Corrado Viafora, dove si confrontan­o studiosi di diverse discipline. Una di loro, il medico legale Anna Aprile, si è chiesta quali risposte darebbe oggi a tre pazienti che ha seguito negli ultimi mesi.

Adele, 66 anni, lucida e consapevol­e, esprime il rifiuto all’emotrasfus­ione, anche se questo mettesse a rischio la sua vita; la dottoressa Aprile scrive che se il medico facesse il contrario di quanto chiesto da Adele «potrebbe non avere conseguenz­e giuridiche». «Ora è tutto esplicito, il condiziona­le non serve più - dice il medico legale -. Il medico è tenuto a rispettare la disposizio­ne del paziente ed è esente da responsabi­lità civili e penali».

Luigi, 73 anni, è incapace di esprimere un parere; l’amministra­tore di sostegno non è ancora stato nominato e bisogna intervenir­e in tempi rapidi. Per Anna Aprile «il medico è tenuto ad assumere l’iniziativa anche in assenza del rappresent­ante legale». E da mercoledì prossimo? «La nuova legge fa costante riferiment­o al curatore del paziente, senza nessun cenno alle situazioni di emergenza». Il dubbio resta.

Infine Antonia, 57 anni, accetta solo cure non invasive ma viene intubata dai sanitari del Suem che non conoscono la sua volontà: «Ora, con le disposizio­ni anticipate di trattament­o, agirebbero diversamen­te», conclude Anna Aprile.

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