Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

I ritratti di Manara a Sanremo. E lui in gara nel ‘95

L’ARTISTA «Sul palco nel ‘95 con il nome di disegna la gnocca»

- Francesco Verni

laudio Baglioni non l’ha citato sul palco del Festival di Sanremo, ma chi conosce il suo celebre tratto ha immediatam­ente capito che i ritratti di Sergio Endrigo, Umberto Bindi, Fabrizio De André e Lucio Battisti, proiettati all’Ariston sono opera del maestro veronese Milo Manara.

In questa intervista esclusiva, Manara ci racconta come sono arrivati i suoi disegni al Festival di Sanremo.

«Mi ha chiamato Baglioni, in vista dell’omaggio ai cantautori che non ci sono più, voleva realizzass­i i ritratti. Una full immersion di lavoro perchè

mi ha avvertito solo quattro giorni prima, ma ce l’ho fatta. Quanti ne ha realizzati?

«Gli acquerelli sono sei. Ho ritratto Endrigo, Bindi, De André, Battisti, Enzo Jannacci e Luigi Tenco». A quali di questi autori è più legato?

«Ho grande rispetto per tutti i cantautori che ho ritratto. De André è stato rivoluzion­ario per la mia generazion­e, il suo “Carlo Martello” era stato qualcosa di clamoroso. Poi amo particolar­mente Enzo Jannacci, adorabile come persona e come musicista. Endrigo aveva un rapporto stretto

con Hugo Pratt e Corto Maltese. Segue il festival di Sanremo?

«No, pochissimo. Da ragazzino mi piaceva Tony Dallara, “Ghiaccio bollente” e “Romantica”, Celentano e Mina. Del resto quando avevo 12 anni non c’erano i Beatles.

Da qualche anno non guardo più trasmissio­ni interrotte dalla pubblicità. Ho fatto uno strappo con Sanremo per vedere i miei disegni sul palco. Non me la sono presa che Baglioni non mi abbia citato. Magari nelle prossime serate lo farà».

Però sul palco dell’Ariston nel 1995 lei è salito in gara come «guest star», con “Troppo sole” di Sabina Guzzanti e la Riserva indiana

« C’erano Sabina Guzzanti e David Riondino e una “Riserva indiana” foltissima composta, tra i tanti, anche da me, Sandro Curzi, Nichi Vendola, Mario Capanna, Antonio Ricci, Daria Bignardi e Bruno Voglino. Ognuno aveva il suo epiteto indiano, Capanna era “Due cuori” e Vendola era “Alce e martello”. Il mio era “Disegna la gnocca”… nome che ha fatto sussultare Pippo Baudo, che è riuscito comunque a mantenere il proprio aplomb» Di quell’esperienza che cosa ricorda?

«Il Festival dall’interno sembrava un momento di follia collettiva. Come un formicaio quando si butta un fiammifero accesso: gente sempre indaffarat­a o che corre dappertutt­o. È stato interessan­te sul piano antropolog­ico». Quest’anno a Sanremo ha un cantante preferito?

«A prescinder­e dalla canzone del Festival, mi piace Max Gazzè, mi diverte molto». Quali sono i suoi miti musicali?

«Oggi, tra i “moderni” (ndr, ride), mi piacciono davvero gli Arctic Monkeys, li ho anche visti in concerto. La lista del passato è davvero infinita, i Beatles hanno rappresent­ato per la mia generazion­e molto di più che un semplice gruppo musicale. Ricordo dei concerti incredibil­i di Frank Zappa a Bologna, e di Emerson Lake & Palmer. Ho amato Jefferson Airplane, Doors e Pink Floyd, ma la lista è infinita». Ascolta musica quando insegna o dipinge?

«Continuo a farlo, ma ascolto solo la radio, Radio Tre perché non fa pubblicità. Amo molto anche la musica classica, meno quella lirica».

Baglioni mi ha chiamato quattro giorni prima del via: una full immersion, ma ce l’ho fatta

 ??  ??
 ??  ??
 ??  ?? Maestro Milo Manara di Verona, artista del fumetto. A sinistra il ritratto di Endrigo al Festival di Sanremo
Maestro Milo Manara di Verona, artista del fumetto. A sinistra il ritratto di Endrigo al Festival di Sanremo

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy