Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

Ligabue: narro la speranza anche nel mio film

Il rocker ha presentato il suo film «Made in Italy»

- F.Ver.

«Sono uno che non rinuncia alla speranza. Anche se nel mestiere che faccio la speranza non è mai stata cool. Ma non è un valore da sfigati voglio raccontarl­a». Luciano Ligabue l’ha fatto non solo nei suoi dischi, ma anche nel film, ora in sala, «Made in Italy», di cui ha firmato regia, soggetto, sceneggiat­ura e musiche. Ieri il rocker di Correggio l’ha spiegato salutando il pubblico in sala all’Uci Cinemas di Marghera, Venezia, e poi a The Space Cinema di Limena e al Porto Astra di Padova. «Made in Italy è un progetto in cui ho provato a raccontare anche il mio sentirmi italiano, con l’amore e la frustrazio­ne che questo comporta – spiega Ligabue - questo l’ho fatto andando anche in tante città, in un tour che ha toccato tutt’Italia con 52 concerti». Prima di diventare un film (il terzo dopo “Radiofrecc­ia” e “Da zero a dieci”) “Made in Italy” era un concept album che raccontava la vita di Riko, operaio cinquanten­ne alle prese con il licenziame­nto e un rapporto da ricostruir­e con la moglie. Nel film Riko è Stefano Accorsi e Sara è Kasia Smutniak. Riko, ovvero Riccardo, è anche il secondo nome di Luciano Ligabue. «Ancora non ho capito se Riko sia un mio alter ego, se è una vita alternativ­a che avrei potuto avere se non avessi fatto il cantante – continua il Liga - se è una parte di me che voleva raccontare delle cose da un’angolazion­e diversa. Di sicuro volevo dare un senso di appartenen­za al personaggi­o e così gli ho dato il mio secondo nome, Riccardo, con un diminutivo meno banale di Riki». Alla fine del film, il protagonis­ta, licenziato, trova un lavoro in Germania, trasferend­osi a testa alta. «È una sconfitta perché il Paese che ama non gli dà un lavoro – sottolinea il regista - ma è un successo perché per lui è una ripartenza, ritrova un proprio ruolo. È un’esperienza che gli darà grandi aperture con la consapevol­ezza che tornerà a casa». Il film è stato girato nella campagna emiliana, a Roma ma anche a Occhiobell­o nel rodigino. «In Veneto ho fatto un anno di naja a Belluno – ricorda Ligabue – qui ho avuto un rapporto molto stretto con la gente che viene a vedere i miei concerti, con episodi importanti come i live all’Arena di Verona, concerti memorabili per me, non credo esistano posti così belli. Ci vorrei tornare con un’orchestra».

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Sul set Luciano Ligabue ieri nel Veneto con il tour promoziona­le del suo film con Accorsi e Smutniak

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