Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
La voragine inghiotte un’auto: tragedia sfiorata
Verona, forse è colpa del crollo di una volta fognaria Il fenomeno delle «sinkholes» studiato dai geologi
Di mattino all’improvviso. In pieno centro a Verona si è aperta una voragine che ha inghiottito l’auto di un cittadino giapponese, rimasto fortunatamente illeso. Giallo sulle cause, forse il crollo di una volta fognaria.
Una voragine di due metri di diametro in corso Porta Nuova a Verona. E non si è trattato di uno scherzo di Carnevale. Perché nemmeno Arlecchino sarebbe stato in grado di architettare un «colpo» del genere, a pochissime ore dalla partenza del corteo del Bacanal del Gnoco. L’allarme è scattato ieri verso le 7.20 e solo per miracolo non si è fatto male nessuno. La station wagon di Takeshi Morishita, un cittadino giapponese che vive a Verona, è uscita dal portone in direzione di piazza Bra. Nemmeno il tempo di pigiare un po’ sull’acceleratore e la ruota anteriore destra è sprofondata nell’asfalto.
Una buca che di rado si vede in campagna si è formata nell’asfalto in peno centro. L’uomo, fortunatamente, è riuscito a uscire dall’abitacolo. E nel frattempo erano già scattate le chiamate. Sul posto, tra i primi ad arrivare, gli agenti della polizia municipale con tanto di comandante e assessore comunale alle Strade al seguito. Sono immediatamente scattate le verifiche per risalire alle cause. Anche il sindaco Federico Sboarina ha voluto verificare di persona l’insolita situazione. I tecnici di Agsm e di Acque Veronesi, hanno poi discusso a lungo con quelli del Comune e i vigili del fuoco per studiare il da farsi. Sin da subito si è organizzata un’ispezione con una sonda e i primi accertamenti confermerebbero l’ipotesi di un cedimento di parte della volta fognaria, probabilmente a causa di un’infiltrazione di acqua piovana e sabbia. In quel punto, infatti, oltre agli scarichi fognari, passano altri sottoservizi tra i quali la rete delle acque bianche, quella del teleriscaldamento e quella della fibra ottica (non interessata). Ma il problema, come emerso poi con il passare delle ore e come raccontavano residenti e commercianti, era già noto.
Venerdì scorso il Comune aveva chiesto di intervenire ad Acque Veronesi e Agsm con tanto di mail e telefonate. «Acque Veronesi ci ha comunicato che si trattava di un problema a un chiusino dell’energia elettrica» ha spiegato Padovani. E infatti sopra il tombino ieri era ancora visibile la «x» rossa tracciata con la vernice spray (segno convenzionale per segnalare rischi di cedimenti strutturali). Il presidente di Acque Veronesi, Niko Cordioli, spiegava che i suoi tecnici non avevano rilevato perdite nella rete in quel punto. Serviranno ulteriori approfondimenti, ma nel frattempo la polizia municipale ha acquisito tutti i carteggi perché quanto avvenuto resta a tutti gli effetti un «incidente stradale». Oggi inizierà una serie di verifiche con sonde sulla rete fognaria del centro città.
Sul web si sono subito scatenate le ironie unite ad accuse di scarsa manutenzione o di risparmi sui materiali. E al di là delle reali cause, che probabilmente sono connesse a qualche cedimento strutturale, non si può dimenticare che il fenomeno delle grandi voragini improvvise ha una lunga lista di precedenti alle spalle. Tecnicamente si chiama «sinkhole», voragine che si forma quando un vuoto nel sottosuolo crea una depressione che attira dentro di sé tutto il materiale circostante ed è studiato dai geologi di tutto il mondo.
Ce ne sono di due tipi: una è detta «dolina alluvionale» e si forma nei suoli sabbiosi all’interno dei quali si crea una cavità. Pian piano i materiali di superficie scivolano verso questa cavità e il terreno si abbassa lentamente. L’altra è quella che fa notizia, la «dolina di crollo»: il suolo scivola verso una cavità sottostante, ma i crolli avvengono dal basso verso l’alto, quindi dalla superficie non si vede niente. Poi, all’improvviso, la volta che copriva quel vuoto non regge più e crolla.
Questi casi sono molto frequenti in Florida ma possono interessare zone carsiche di tutto il mondo. Talvolta possono anche essere fenomeni indotti dall’attività umana ovvero da scavi impropri che finiscono per accelerarli.