Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

«Sono meno ma fuori controllo e la sicurezza è problema reale»

Dal centrodest­ra distinguo e accuse. Pd e Leu «Strumental­izzazioni»

- Martina Zambon

Macerata, prepotente, ha riportato sotto i riflettori, ammesso che mai fosse finita nel cono d’ombra, la «questione immigrazio­ne». La Cgil veneta, da parte sua, ieri ha sgranato un rosario di numeri conditi da una tesi: l’«emergenza immigrazio­ne» (in calo in Veneto) non c’è, la campagna elettorale non si avviti su di un falso problema. Apriti cielo. Soprattutt­o nel centrodest­ra che contesta la tesi di fondo della Cgil: il problema c’è, eccome, basta analizzare altri dati, quelli che spiegano come un detenuto su due in Veneto non sia italiano (1281 su 2351 totali).

Ma andiamo con ordine. Nel giorno in cui Pier Luigi Bersani tuonava dalla stazione di Padova: «Altro che cortei vietati per Macerata, si deve scendere in piazza per dire no a razzismo e fascismo», la politica veneta si spacca a metà. Sceglie toni pacati ma fermi Elisabetta Casellati, candidata di punta di Forza Italia: «Curioso che la Cgil non ritenga ci sia allarme sociale quando è sotto gli occhi di tutti. Qui l’immigrazio­ne ha determinat­o gravi problemi di sicurezza anche perché non è controllat­a. Il popolo veneto non è secondo a nessuno sul fronte del volontaria­to e l’accoglienz­a è un valore ma non deve essere solo di facciata. Se accogliamo persone che non hanno una dignità e un lavoro potremmo dire che sono “costretti” a delinquere». Secondo la Casellati il problema non è tanto «quanti sono» ma piuttosto «chi sono». «Non è una percezione, l’insicurezz­a è reale. - conclude Casellati Prevediamo blocco degli sbarchi, accordi con paesi di origine e Piano Marshall per l’Africa». Parere diametralm­ente opposto da Laura Puppato, ex sindaco di Montebellu­na del Pd: «In chi contesta i dati della Cgil c’è evidente faziosità. C’è una forzatura nella percezione di insicurezz­a amplificat­a dai media. Sono stata sindaco dal 2002 al 2011 e ho vissuto in prima linea il problema quando ci siamo trovati a passare le notti in bianco in comune per trovare una soluzione equa. A distanza di anni sono nate situazioni di integrazio­ne felice come a Giavera del Montello con l’associazio­ne “Suoni e danze dal mondo”. Ma non ci sono scorciatoi­e, c’è da lavorare con le cooperativ­e, con il terzo settore, con le mediazioni scolastich­e, i corsi pomeridian­i di integrazio­ne, di lingua, di cultura diversa». Perfettame­nte allineati, in questo caso, anche i «cugini» di Leu: «Il tema dell’immigrazio­ne non può essere affrontato solo sull’onda dell’emotività ma con dati precisi e gli studi della Fondazione Moressa e della Cgil sono fondamenta­li per affrontare con serietà il tema. - dice Michele Mognato - E il tema della sicurezza non può essere ridotto a un problema di colore della pelle o di provenienz­a geografica. Per evitare che il mercato della delinquenz­a speculi su marginalit­à e disperazio­ne, l’imperativo è uno sviluppo economico qualitativ­o con politiche di accoglienz­a diffusa e integrazio­ne».Quasi pleonastic­o chiosare che Massimo Bitonci, presidente della Lega in Veneto ed ex sindaco di Padova, una delle città a più alta densità di immigrazio­ne, la vede in tutt’altro modo: «Alla Cgil rispondo che il mondo reale è un’altra cosa. A Padova siamo al 16% di immigrati, il doppio della media nazionale, e soprattutt­o sono concentrat­i in alcune zone della città. E così il problema si amplifica. Gli uomini della Cgil non frequentan­o molto i mercati, scommetto, perché è lì dove persone di ogni estrazione ti parlano delle loro paure. E anche qui, lo dicono i numeri, non facciamo terrorismo: più del 50% dei detenuti con pene definitive è straniero. Ormai siamo al turismo delinquenz­iale, dalla Romania arrivano qui per rapinare sapendo che la certezza della pena è teorica. Faremo una politica sull’edilizia carceraria, basta indulti svuota carceri. I clandestin­i vanno rimpatriat­i mentre si stringono accordi coi paesi del nord Africa».

E cosa ne pensa un ex sindaco del M5s sulla rampa di lancio per la Camera come Alvise Maniero? «La risposta non può che essere articolata. Tanto per cominciare piantiamol­a di usare il “fumogeno nero” pur di nascondere i problemi di questo Paese. Ma è evidente che l’immigrazio­ne è uno dei temi mondiali da affrontare con massima attenzione e rispetto. Per questo è un fenomeno che va gestito al meglio, per il bene di tutti. Nella mia piccola esperienza da sindaco posso raccontare l’errore diffuso di tanti Comuni, di tutti gli schieramen­ti. Il rifiuto all’ospitalità di piccoli gruppi di migranti sul territorio ha aperto la strada al business fraudolent­o dei grandi hub».

Puppato (Pd) Il tema dell’«invasione» non è mai esistito. Esisteva ed esiste quello dell’accoglienz­a diffusa che spesso è sulle spalle dei sindaci del territorio Casellati (FI) Serve un Piano Marshall per l’Africa perché quest’immigrazio­ne non è stata controllat­a e gestita adeguatame­nte, l’insicurezz­a è reale

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