Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
Caso-Conchi, la Lega «benedice» Bergamin E Forza Italia incassa
Prosegue il caos politico in giunta comunale a Palazzo Nodari. Il segretario regionale della Lega, Gian Antonio Da Re «benedice» Bergamin e il commissario provinciale di Forza Italia, Piergiorgio Cortelazzo prende tempo dopo il siluramento del vicesindaco di Forza Italia, Ezio Conchi, da parte del primo cittadino leghista e la nomina di un altro vice della Lega, l’assessore Susanna Garbo. Scelta avvenuta in barba agli accordi pre-elettorali del 2015 con i forzisti a cui era riservato il posto di n. 2 in giunta. Per ora quindi nessuna ricucitura dello strappo creatosi tra gli alleati di centrodestra. Da Re non ha richiamato all’ordine Bergamin per la mossa — considerata da molti — improvvisa e incauta di revocare Conchi.
«Il sindaco è libero di nominare chi vuole come suo vice, non capisco perché devo rimproverarlo — spiega Da Re — Continuiamo a lavorare sereni in Lega e andiamo avanti».
Lo scambio di battute tra il segretario veneto del Carroccio e il primo cittadino polesano è avvenuto martedì sera. Un incontro che sembrava dovesse essere risolutore della frattura politica creata da Bergamin col siluramento per «slealtà politica» di Conchi.
Cortelazzo, che si era adirato con Bergamin per aver silurato Conchi, continua a dichiarare di «non voler parlare con Bergamin e se Da Re non ha risolto la questione il nodo da sciogliere resta sempre nelle sue mani».
Secondo indiscrezioni interne a Forza Italia, dopo le elezioni il rischio di una caduta per Bergamin è elevato se non ci sarà dalla Lega un cambio di rotta e un adeguamento alle linee programmatiche dell’alleanza tra i due partiti.
Intanto anche ad Adria, altra giunta di centrodestra, prosegue la confusione. L’opposizione di Palazzo Tassoni fa scattare l’offensiva tendendo la mano ai consiglieri dissidenti di maggioranza che a metà gennaio avevano chiesto al sindaco Massimo «Bobo» Barbujani la testa del vicesindaco di Forza Italia, Federico Simoni per il presunto coinvolgimento amministrativo e non penale nel caso «Coimpo», l’azienda indagata per il riciclo illecito di rifiuti tossici e la morte di quattro lavoratori.
Luca Azzano Cantarutti (Indipendenza Noi Veneto), Barnaba Busatto (Indipendente ma iscritto a Forza Italia) e Daniele Ceccarello (Fratelli d’Italia), i tre dissidenti di maggioranza, non si fidano più di Simoni e non vogliono un vice leghista (l’assessore Giuseppe Marzolla), come ipotizzato alla giunta da Bobo pochi giorni fa. I capigruppo del Pd, Insieme per il Bene Comune e il Movimento 5 Stelle, stanchi di aspettare, chiedono le dimissioni di «Bobo», silente da giorni. Una nuova possibile resa dei conti nella riunione di maggioranza in municipio lunedì sera. Altrimenti non sono escluse le dimissioni in massa e la caduta automatica di Barbujani nel prossimo consiglio che dovrà essere convocato entro il 23 febbraio.
Caos ad Adria L’opposizione ai dissidenti: dimissioni insieme e così sindaco ko