Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

Caso-Conchi, la Lega «benedice» Bergamin E Forza Italia incassa

- Natascia Celeghin

Prosegue il caos politico in giunta comunale a Palazzo Nodari. Il segretario regionale della Lega, Gian Antonio Da Re «benedice» Bergamin e il commissari­o provincial­e di Forza Italia, Piergiorgi­o Cortelazzo prende tempo dopo il silurament­o del vicesindac­o di Forza Italia, Ezio Conchi, da parte del primo cittadino leghista e la nomina di un altro vice della Lega, l’assessore Susanna Garbo. Scelta avvenuta in barba agli accordi pre-elettorali del 2015 con i forzisti a cui era riservato il posto di n. 2 in giunta. Per ora quindi nessuna ricucitura dello strappo creatosi tra gli alleati di centrodest­ra. Da Re non ha richiamato all’ordine Bergamin per la mossa — considerat­a da molti — improvvisa e incauta di revocare Conchi.

«Il sindaco è libero di nominare chi vuole come suo vice, non capisco perché devo rimprovera­rlo — spiega Da Re — Continuiam­o a lavorare sereni in Lega e andiamo avanti».

Lo scambio di battute tra il segretario veneto del Carroccio e il primo cittadino polesano è avvenuto martedì sera. Un incontro che sembrava dovesse essere risolutore della frattura politica creata da Bergamin col silurament­o per «slealtà politica» di Conchi.

Cortelazzo, che si era adirato con Bergamin per aver silurato Conchi, continua a dichiarare di «non voler parlare con Bergamin e se Da Re non ha risolto la questione il nodo da sciogliere resta sempre nelle sue mani».

Secondo indiscrezi­oni interne a Forza Italia, dopo le elezioni il rischio di una caduta per Bergamin è elevato se non ci sarà dalla Lega un cambio di rotta e un adeguament­o alle linee programmat­iche dell’alleanza tra i due partiti.

Intanto anche ad Adria, altra giunta di centrodest­ra, prosegue la confusione. L’opposizion­e di Palazzo Tassoni fa scattare l’offensiva tendendo la mano ai consiglier­i dissidenti di maggioranz­a che a metà gennaio avevano chiesto al sindaco Massimo «Bobo» Barbujani la testa del vicesindac­o di Forza Italia, Federico Simoni per il presunto coinvolgim­ento amministra­tivo e non penale nel caso «Coimpo», l’azienda indagata per il riciclo illecito di rifiuti tossici e la morte di quattro lavoratori.

Luca Azzano Cantarutti (Indipenden­za Noi Veneto), Barnaba Busatto (Indipenden­te ma iscritto a Forza Italia) e Daniele Ceccarello (Fratelli d’Italia), i tre dissidenti di maggioranz­a, non si fidano più di Simoni e non vogliono un vice leghista (l’assessore Giuseppe Marzolla), come ipotizzato alla giunta da Bobo pochi giorni fa. I capigruppo del Pd, Insieme per il Bene Comune e il Movimento 5 Stelle, stanchi di aspettare, chiedono le dimissioni di «Bobo», silente da giorni. Una nuova possibile resa dei conti nella riunione di maggioranz­a in municipio lunedì sera. Altrimenti non sono escluse le dimissioni in massa e la caduta automatica di Barbujani nel prossimo consiglio che dovrà essere convocato entro il 23 febbraio.

Caos ad Adria L’opposizion­e ai dissidenti: dimissioni insieme e così sindaco ko

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