Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
Fidi oltre i 2 miliardi, Volksbank cresce nel Veneto senza popolari
Il vuoto generato in Veneto dalla scomparsa di Bpvi e Veneto Banca ha reso il 2017, per la Volksbank di Bolzano, «un anno epocale». Non hanno esitazioni nell’utilizzare questa definizione il presidente ed il direttore generale dell’istituto altoatesino, Otmar Michaeler e Johannes Schneebacher, che ieri hanno presentato gli schemi di bilancio approvati in cda. Con la presenza di 82 uffici nelle province di Vicenza, Treviso, Venezia e Padova, anche attraverso le vecchie reti di Popolare Marostica e Banca di Treviso, Volksbank ha assorbito un flusso forse superiore alle attese di clienti rimasti senza «banca di territorio» e non attirati dalle insegne di Intesa sopra le sedi delle ex popolari.
«In Veneto vediamo senz’altro spazi per ulteriori sviluppi – insistono i vertici di Bolzano – anche perché l’aumento della operatività si poteva già constatare nel primo semestre 2017». Ma dopo il 25 giugno, con la cancellazione di Vicenza e Montebelluna, l’accelerazione è stata muscolare. A fine 2017 gli impieghi in Veneto hanno toccato i 2,175 miliardi, +7,95% sul 2016. Nei dodici mesi sono stati aperti 3.163 nuovi conti privati e 741 di aziende, con una raccolta diretta a 2,312 miliardi (+1,03%) e una indiretta a 1,066 (+10,56%). In generale, Volksbank chiude l’anno in utile netto per 24,3 milioni, che consentirà di distribuire un dividendo di 0,2 euro per azione.
Senza «suggerire», comunque, di acquistare azioni per facilitare la concessione di affidamenti. «La nostra banca non ha mai avuto questa strategia né abbiamo mai elaborato programmi speciali più vantaggiosi per gli azionisti rispetto a chi non lo sia. Anzi, in tempi non sospetti, quando ancora nessuno parlava di ‘baciate’ – ricordano Michaeler e Schneebacher – abbiamo stabilito controlli perché un simile scambio, rischioso in sé, non avvenisse mai». E l’espansione in Veneto? Il presidente sottolinea come la politica sia di crescere in modo organico e non con manovre straordinarie. Niente altri sportelli: «Potremmo sfruttare l’opportunità dei nuovi spazi apertisi – conclude Michaeler – ma preferiamo un percorso a lungo termine, fare un passo alla volta».