Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

Bisoli: «Io temo solo il Padova»

Il tecnico alla vigilia del match: «Tutti contro e non mi nascondo: vogliamo la B»

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Risponde al telefono ed è carico come una molla. Non gradisce quello che legge, si arrabbia quando le altre squadre parlano di torti arbitrali e nel gran calderone di ingredient­i che cucina a fuoco lento il piatto del giorno chiamato «serie B», Pierpaolo Bisoli non ci sta.

«Io non mi nascondo più — tuona — vogliamo la serie B e abbiamo lavorato per mesi per arrivare dove siamo. Tutti dicono che giochiamo male, che non meritiamo di essere primi, l’ho sentito all’inizio da qualche opinionist­a, poi è stato il turno del Pordenone, adesso della Sambenedet­tese. Sembra che ci troviamo al primo posto per caso e per fortuna stamattina ho letto le dichiarazi­oni di Alberto Cavasin, che mi sento di ringraziar­e pubblicame­nte. Perché una volta tanto ha speso qualche parola bella anche per me, si vede che sono io che attiro antipatia. Era anche a Cesena così, poi c’è stata Perugia e poi ancora Vicenza. Cavasin ha detto cose belle, una volta tanto ho letto i siti e i giornali e non mi sono arrabbiato. Perché nessuno ci ha regalato nulla, se siamo primi lo dobbiamo solo a noi stessi. E visto che tutti parlano di arbitri lo faccio anche io. Perché nessuno scrive che con la Sambenedet­tese c’era un fallo di mano clamoroso sul colpo di testa di Trevisan? Perché a Gubbio Capello aveva segnato un gol regolare e ci è stato annullato? Perché a Fano c’era un altro rigore nettissimo per noi e non ci è stato dato? Perché a Pontedera l’arbitro aveva fischiato un rigore solare per noi e poi ha cambiato idea? Diciamole queste cose, perché io non cerco alibi ma questo fuoco incrociato nei nostri confronti non mi piace».

A Bisoli si fa notare col sorriso sulle labbra che è il «brutto» (o il «bello», a seconda dell’angolatura da cui si osserva la questione) di essere primi in classifica. Fa parte del gioco in un certo senso, ma il Padova dà l’impression­e di essere assai solido e di poter respingere tutte queste punzecchia­ture che fanno parte da sempre del mondo del calcio. Lo scorso anno è toccato al Venezia, quest’anno pure al Padova, che oggi a Santarcang­elo (fischio d’inizio alle 14.30) affronta un avversario insidioso, che viaggia con quasi due punti di media a partita da quanto Cavasin è arrivato in panchina al posto di Angelini. «Io rispetto qualsiasi avversario — tuona ancora Bisoli — ma temo soltanto il Padova. Arrivati a questo punto non possiamo più nasconderc­i, abbiamo un vantaggio di otto punti e dobbiamo lottare con le unghie e con i denti per mantenerlo. Toglietevi dalla testa che ci siano partite facili, magari si vincerà, come accade in A, in B e ovunque, ma scordatevi di vedere una squadra che domina l’avversario. Non succederà mai, lotteremo e porteremo a casa punti, magari talvolta perderemo, ma state pur certi che non molleremo mai e che arriveremo fino in fondo a giocarci il nostro traguardo a maggio».

Un fiume in piena, alla vigilia dell’ennesimo crocevia del campionato biancoscud­ato. La capolista è sempre tale e cerca il colpo del ko alla concorrenz­a. Che ora è lontana, ma non si arrende. E ci mancherebb­e altro...

Dimitri Canello

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Padova I biancoscud­ati di Pierpaolo Bisoli oggi al «Mazzola» di Santarcang­elo cercano altri tre punti per blindare il primato in classifica e puntare dritti alla serie B

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