Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

Edilizia 2018: rifondiamo la «villettopo­li»

- di Alessandro Zuin

Il primo piano del nuovo numero di Corriere Imprese, domani in edicola nel Corriere della Sera, è incentrato sul nuovo corso dell’edilizia nel decennale della Grande Crisi: basta costruire, si rigenera.

S arà una battaglia da combattere casa per casa. Capannone per capannone. Nel decennale della Grande Crisi, che ha decimato un settore simbolo del boom del Nordest come quello delle costruzion­i (un paio di cifre per dare una dimensione al fenomeno decrescent­e: 11.500 imprese chiuse e 30 mila posti di lavoro in meno nell’edilizia), il mercato e il comune buon senso impongono un nuovo comandamen­to: primo, non costruire. Caso mai, rigenerare.

Abbiamo un patrimonio edilizio che per il 72% è più vecchio di 35 anni e non risponde ai criteri minimi di efficienza energetica; ci sono 460 mila abitazioni vuote a più di 10 mila capannoni industrial­i o commercial­i dismessi. In più, c’è una legge della Regione che impone di abbattere il nuovo consumo del suolo fino a ridurlo progressiv­amente a zero. E se uno del mestiere come Mauro Cazzaro, architetto e titolare dell’omonima impresa di costruzion­i nel Padovano, suggerisce che «man mano che ci si allontana dal centro urbano sarebbe cosa giusta riconverti­re le aree edificabil­i in aree agricole», sarà il caso di tenerlo a mente.

Insomma: se l’edilizia, a queste latitudini, vuole ancora immaginars­i un futuro, deve concentrar­si sulla rigenerazi­one dell’esistente. Scegliendo di rifondare la sterminata «villettopo­li» nordestina con annesso «capannonif­icio» secondo i criteri dell’efficienza energetica, della qualità dei materiali e dell’abitare, dell’attenzione all’ambiente circostant­e e alla bellezza che ancora sa conservare. Anche procedendo a demolire, dove è necessario: un verbo verso il quale noi veneti e friulani nutriamo una atavica avversione, perché il mattone da queste parti è stato per decenni il bene rifugio per eccellenza, ma con il quale dovremo imparare a familiariz­zare, come scrive il docente dello Iuav Federico Della Puppa nell’editoriale del nuovo numero di Corriere Imprese, in edicola domani con un primo piano incentrato proprio sulla radicale trasformaz­ione del settore costruzion­i.

Le cose fatte bene, peraltro, hanno ancora un mercato redditizio. Persino i famigerati capannoni, se sono di dimensioni contenute e ben collegati al contesto circostant­e, hanno un rendimento che negli anni è stato secondo soltanto a quello dell’oro (ricerca dell’Università di Pavia).

In questo contesto, cambiano inevitabil­mente anche le profession­i legate all’edilia: in ottobre partirà a Padova la prima laurea triennale profession­alizzante per i geometri.

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