Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

Le hit parade delle liste e il difficile sistema di voto Si deciderà per simpatia?

- di Luigi Migliorini

Le claustrali e verticisti­che decisioni su chi inserire nell’Hit Parade delle liste dei collegi plurinomin­ali per le prossime elezioni politiche, garantendo così a più di qualcuno l’elezione «per grazia ricevuta», fanno rimpianger­e il sistema delle preferenze applicato durante la prima repubblica. Allora si avevano circoscriz­ioni elettorali più ampie: ad esempio la nostra provincia era con quella di Padova, Verona e Vicenza; ogni partito poteva presentare fino a trenta candidati, con facoltà per il votante di esprimere quattro preferenze (poi ridotte). La campagna elettorale era ardua impresa, in quanto bisognava ottenere il personale consenso in un’area vasta e se si riusciva a centrare l’obiettivo, si aveva il diritto di ritenersi scelto dai cittadini e non dal partito. Attualment­e i capilista del plurinomin­ale possono anche andare in crociera durante la competizio­ne, tanto per loro il risultato sarà identico. Oltretutto, da tempo, vi è stato il tramonto delle ideologie e le distinzion­i tra «destra» e «sinistra» sono solo apparenti, e nessuno definisce chiarament­e «la summa divisio». Per quanto riguarda i programmi, va constatato che molti si assomiglia­no, altri sono dei «libri dei sogni» ed io sono poco interessat­o a questa tipologia di letteratur­a fantastica. Ieri ho fatto un test predispost­o da un professore e da un ricercator­e di statistica dell’Università di Milano, costituito da quindici domande, che dovrebbero rivelare qual è il partito preferito. Ad un liberale come me, che ha sempre sostenuto la «giusta diseguagli­anza meritocrat­ica», è risultato che il partito da votare sarebbe «Liberi ed Uguali!». Mi si apre uno spiraglio nel buio: ci sono due miei cari amici, candidati in schieramen­ti opposti, l’uno alla Camera l’altro al Senato e voterò sulla base del mero «criterio della simpatia», anche se rammento che la Politica è stata per me una passione, per cui amaramente canticchio un frammento della canzone di Charles Trenet: «Que reste-t-il de nos amours, que reste-t-il de ces beaux jours, une photo vieille photo de ma jeunesse».

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