Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
Le hit parade delle liste e il difficile sistema di voto Si deciderà per simpatia?
Le claustrali e verticistiche decisioni su chi inserire nell’Hit Parade delle liste dei collegi plurinominali per le prossime elezioni politiche, garantendo così a più di qualcuno l’elezione «per grazia ricevuta», fanno rimpiangere il sistema delle preferenze applicato durante la prima repubblica. Allora si avevano circoscrizioni elettorali più ampie: ad esempio la nostra provincia era con quella di Padova, Verona e Vicenza; ogni partito poteva presentare fino a trenta candidati, con facoltà per il votante di esprimere quattro preferenze (poi ridotte). La campagna elettorale era ardua impresa, in quanto bisognava ottenere il personale consenso in un’area vasta e se si riusciva a centrare l’obiettivo, si aveva il diritto di ritenersi scelto dai cittadini e non dal partito. Attualmente i capilista del plurinominale possono anche andare in crociera durante la competizione, tanto per loro il risultato sarà identico. Oltretutto, da tempo, vi è stato il tramonto delle ideologie e le distinzioni tra «destra» e «sinistra» sono solo apparenti, e nessuno definisce chiaramente «la summa divisio». Per quanto riguarda i programmi, va constatato che molti si assomigliano, altri sono dei «libri dei sogni» ed io sono poco interessato a questa tipologia di letteratura fantastica. Ieri ho fatto un test predisposto da un professore e da un ricercatore di statistica dell’Università di Milano, costituito da quindici domande, che dovrebbero rivelare qual è il partito preferito. Ad un liberale come me, che ha sempre sostenuto la «giusta diseguaglianza meritocratica», è risultato che il partito da votare sarebbe «Liberi ed Uguali!». Mi si apre uno spiraglio nel buio: ci sono due miei cari amici, candidati in schieramenti opposti, l’uno alla Camera l’altro al Senato e voterò sulla base del mero «criterio della simpatia», anche se rammento che la Politica è stata per me una passione, per cui amaramente canticchio un frammento della canzone di Charles Trenet: «Que reste-t-il de nos amours, que reste-t-il de ces beaux jours, une photo vieille photo de ma jeunesse».