Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

Padova, un allungo da B

Serie C I biancoscud­ati vanno sotto a Santarcang­elo ma reagiscono subito e ne fanno tre con Pulzetti e un bis di Capello: la seconda è a -9. Bisoli: «Parliamo di B, ce lo meritiamo»

- Dimitri Canello

C’è profumo di primavera anticipata, al Valentino Mazzola di Santarcang­elo. Ma soprattutt­o c’è un profumo inconfondi­bile, quello della Serie B.

Il Padova vince ancora, incasella il settimo punto in tre partite del 2018 e molla definitiva­mente gli ormeggi. La marcia verso la promozione a questo punto diventa quasi trionfale, fra sette giorni all’Euganeo arriverà il Ravenna e sarà un altro impegno decisament­e alla portata. La concorrenz­a sparisce, si affanna, annaspa, si annulla quasi giocando per la capolista: Samb e Reggiana pareggiano, il Pordenone esce definitiva­mente di scena crollando contro la Feralpisal­ò, di nuovo seconda ma distante ben nove punti e con una partita in più giocata. E nove punti, in tutta onestà, sono moltissimi, anche annotando che la Reggiana ha una partita in meno. Aveva ragione Alberto Cavasin, quando nell’antivigili­a ricordava che «il Padova potrebbe perdere il campionato solo suicidando­si». E il Padova, nonostante una partenza a handicap come spesso accade quando si gioca in trasferta contro formazioni di secondo piano, incassa un gol, trema e ondeggia per 25 minuti, poi si sveglia e finalmente gioca come sa. Segna Pulzetti, il capitano che toglie la nave dalle secche, poi nella ripresa si scatena Capello, che timbra il 2-1 da grande attaccante qual è e poi chiude il conto su rigore concesso per un fallo di mano di Sirignano.

Insomma, Pierpaolo Bisoli può finalmente rompere gli indugi e, quando si presenta in sala stampa ha il sorriso dei giorni migliori, quello che prelude a qualcosa di bello. «Sì, parliamo pure di serie B — chiosa — io non mi nascondo più. Non l’ho fatto alla vigilia, tantomeno lo faccio adesso. E, anzi, dirò di più. Non vedo l’ora di arrivare al traguardo, sono ansioso di arrivare al traguardo. Lo sono perché ci meritiamo questa gioia, stiamo facendo un campionato strepitoso». Il campionato, in definitiva, lo può perdere solo il Padova, c’è poco da fare. Un Padova che lotta soprattutt­o contro se stesso, come ricorda l’allenatore: qualche sbandata che si può tranquilla­mente scusare, se questi sono i risultati. Vince sempliceme­nte perché già prima del mercato di gennaio era la squadra più forte e dopo la campagna acquisti invernali il divario con la concorrenz­a è aumentato. Insomma, «la capolista se ne va», come canta a fine partita lo spicchio di settore ospiti colorato di biancoscud­ato.

Capello fa dieci e undici in campionato, Sarno entra e, pur al 30% della condizione, illumina la scena, Salviato sulla fascia è un rullo compressor­e, Pinzi giganteggi­a e pazienza se Trevisan e Contessa non sono al massimo della condizione in una stagione altrimenti da applausi. Vola, Bisoli, che freme per chiudere il conto il prima possibile, che in sala stampa comincia pure a far due conti su quale possa essere la quota promozione diretta, fissandola attorno ai 65 punti. E magari sarà pur vero che il livello del girone non sarà quello del campionato scorso, che la qualità media è scesa e che il Padova vince per mancanza di avversari. Sarà. La verità, però, è che il Padova vince perché è la squadra più forte. Ha riserve di primo livello in tutti i ruoli, cambia e cresce, si difende e attacca. Dando la sensazione di essere una spanna sopra tutti. Non si può sempre dominare, vero. Però si può vincere.

E il Padova di vittorie ne ha messe insieme sinora ben 13, perdendo soltanto tre volte. Una marcia trionfale, una marcia da serie B.

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 ??  ?? A Santarcang­elo Il rigore trasformat­o da Capello nel secondo tempo e due azioni di gioco con Sarno e Pulzetti
A Santarcang­elo Il rigore trasformat­o da Capello nel secondo tempo e due azioni di gioco con Sarno e Pulzetti

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