Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
Fondazione Cini Codello agli affari istituzionali
«La prestigiosa Fondazione Cini di Venezia mi chiama per collaborare alla realizzazione dei suoi futuri progetti»: con queste parole Renata Codello ha annunciato ieri di voler lasciare la direzione degli uffici regionali del Ministero per i beni culturali. Destinazione, dunque, l’isola di San Giorgio, dove è stato appositamente creato l’incarico di Direttore per gli Affari Istituzionali. Significa che lavorerà a stretto contatto con il Segretario Generale, Pasquale Gagliardi, per prendersi cura del patrimonio dell’isola, stringere rapporti con la città e con chi voglia investire nella Fondazione presieduta da Giovanni Bazoli.
Si tratta dunque di un incarico di peso, tanto da convincerla a rinunciare al suo posto ministeriale e in cui può «mettere a disposizione le competenze tecniche e gestionali», come ha dichiarato lei stessa. Una decisione che non sorprende chi la conosce. A Venezia è conosciuta soprattutto per aver diretto dal 2006 al 2014 la Sovrintendenza, facendosi una fama di lady di ferro in materia di restauri e di salvaguardia, ma smentendo più volte chi la dipingeva come una conservatrice: ha sostenuto il recupero di Punta della Dogana concepito da Tadao Ando, così come portano la sua firma, assieme a Tobia Scarpa, le nuove Gallerie dell’Accademia. È stata spesso attaccata, ma lei ha sempre tirato dritta, convinta com’è del connubio tra antico e contemporaneo. A San Giorgio ha una lunga frequentazione. Gagliardi ha sottolineato «la condivisione da parte di Renata Codello di tutte le nostre scelte strategiche». Da qui l’urgenza di far fronte a un «irrobustimento del management e una accresciuta capacità di coordinamento». La aspettano interventi che necessitano di relazioni e di un know how di architettura e meccanismi istituzionali: la ristrutturazione della piscina e dell’ex Istituto Professionale di Stato per le Attività Marinare, il restauro del Teatro Verde. Gagliardi vuole far partire questi interventi e trovare i modi per sostenerne la fattibilità. E l’arrivo dell’ex sovrintendente sembra il cambio di marcia che si attendeva.