Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

BANCHE, EFFETTO URNA

- di Tommaso dalla Massara

Si può dire che fosse già tutto previsto. La commission­e parlamenta­re sulle banche, trovatasi a lavorare sotto la pressione della campagna elettorale, si è congedata senza trovare la forza politica per giungere a una relazione condivisa. Nel testo approvato dalla maggioranz­a si constata come «le attività di vigilanza sia sul sistema bancario (Banca d’Italia) che sui mercati finanziari (Consob) si siano rivelate inefficaci ai fini della tutela del risparmio». Più ampiamente, si può dire che le diverse relazioni lascino emergere essenzialm­ente tre tipologie di consideraz­ioni rilevanti: quelle di diagnosi generale del sistema finanziari­o (e delle sue storture), quelle di proposta di riforma del sistema de futuro, infine quelle di giudizio politico – piuttosto generico – sul passato. Mancano invece (o sono assai tenui), per un verso, profili attinenti a un più chiaro accertamen­to delle responsabi­lità di quanto accaduto, nonché, per altro verso, elementi di proposta per il superament­o dei problemi – tutti ancora aperti – connessi ai guasti realizzati in questi anni e sotto gli occhi di tutti. Due aspetti decisivi. Il tema della perimetraz­ione dei poteri che la nostra Costituzio­ne riserva alle commission­i d’inchiesta è assai delicato – si tratta di questione da sottoporre ai costituzio­nalisti – e non v’è dubbio che il testo della relazione non potrebbe in alcun modo assumere forma e sostanza di sentenza.

uttavia sembra di poter dire che l’esito dei lavori di questa commission­e non si rivelerà davvero d’impulso rispetto all’andamento dei processi, né penali né civili: si pensi, per differenti­am, alla storica commission­e Anselmi sulla Loggia P2; pare qui che la linea di avanzament­o nella messa a fuoco delle responsabi­lità sia un passo più avanti nelle sedi giurisdizi­onali rispetto a quanto emerso in commission­e. Il secondo aspetto è quello che preoccupa maggiormen­te. La carenza di elementi di proposta per il superament­o dei danni che l’inefficaci­a – per usare l’espression­e della Commission­e – del sistema finanziari­o ha prodotto non sarà colmata nel giro di breve tempo. Occorre prepararsi a un non breve periodo di sospension­e, prima che la questione sia affrontata (forse, come e da chi?), dopo le elezioni. Sul fronte legislativ­o, poche sono le speranze di vedere emanato a breve il decreto attuativo che dovrebbe delineare autorità competente e modalità per ottenere i primi rimborsi. A chi conviene assumere la paternità di un decreto che certamente scontenter­à tanti? E chi in questo momento ha la forza di assumersi tale responsabi­lità? Era già tutto previsto, dunque. Prendiamo atto degli esiti della commission­e, ma va pur detto che si sapeva sin da subito che solo un coraggioso intervento legislativ­o, ampio e sostenuto da una forza progettual­e di sistema per una porzione economicam­ente nevralgica del Paese, avrebbe potuto approntare qualche soluzione. Quantomeno dopo il 4 marzo, si saprà trovare questa forza?

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