Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
BANCHE, EFFETTO URNA
Si può dire che fosse già tutto previsto. La commissione parlamentare sulle banche, trovatasi a lavorare sotto la pressione della campagna elettorale, si è congedata senza trovare la forza politica per giungere a una relazione condivisa. Nel testo approvato dalla maggioranza si constata come «le attività di vigilanza sia sul sistema bancario (Banca d’Italia) che sui mercati finanziari (Consob) si siano rivelate inefficaci ai fini della tutela del risparmio». Più ampiamente, si può dire che le diverse relazioni lascino emergere essenzialmente tre tipologie di considerazioni rilevanti: quelle di diagnosi generale del sistema finanziario (e delle sue storture), quelle di proposta di riforma del sistema de futuro, infine quelle di giudizio politico – piuttosto generico – sul passato. Mancano invece (o sono assai tenui), per un verso, profili attinenti a un più chiaro accertamento delle responsabilità di quanto accaduto, nonché, per altro verso, elementi di proposta per il superamento dei problemi – tutti ancora aperti – connessi ai guasti realizzati in questi anni e sotto gli occhi di tutti. Due aspetti decisivi. Il tema della perimetrazione dei poteri che la nostra Costituzione riserva alle commissioni d’inchiesta è assai delicato – si tratta di questione da sottoporre ai costituzionalisti – e non v’è dubbio che il testo della relazione non potrebbe in alcun modo assumere forma e sostanza di sentenza.
uttavia sembra di poter dire che l’esito dei lavori di questa commissione non si rivelerà davvero d’impulso rispetto all’andamento dei processi, né penali né civili: si pensi, per differentiam, alla storica commissione Anselmi sulla Loggia P2; pare qui che la linea di avanzamento nella messa a fuoco delle responsabilità sia un passo più avanti nelle sedi giurisdizionali rispetto a quanto emerso in commissione. Il secondo aspetto è quello che preoccupa maggiormente. La carenza di elementi di proposta per il superamento dei danni che l’inefficacia – per usare l’espressione della Commissione – del sistema finanziario ha prodotto non sarà colmata nel giro di breve tempo. Occorre prepararsi a un non breve periodo di sospensione, prima che la questione sia affrontata (forse, come e da chi?), dopo le elezioni. Sul fronte legislativo, poche sono le speranze di vedere emanato a breve il decreto attuativo che dovrebbe delineare autorità competente e modalità per ottenere i primi rimborsi. A chi conviene assumere la paternità di un decreto che certamente scontenterà tanti? E chi in questo momento ha la forza di assumersi tale responsabilità? Era già tutto previsto, dunque. Prendiamo atto degli esiti della commissione, ma va pur detto che si sapeva sin da subito che solo un coraggioso intervento legislativo, ampio e sostenuto da una forza progettuale di sistema per una porzione economicamente nevralgica del Paese, avrebbe potuto approntare qualche soluzione. Quantomeno dopo il 4 marzo, si saprà trovare questa forza?