Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

Torturati dai bulli la verità nel tema I papà denunciano critiche sui social

- di Benedetta Centin

Minorenni le vittime, minorenni i carnefici. Appena sotto i 14 anni. Una storia pesante di bullismo e lo sfogo dei ragazzini vittime di angherie in un tema in classe. Nonostante questo, il caso è scoppiato solo con la denuncia di quattro famiglie. Criticate, poi, sui social.

Vittime di alcuni bulli a scuola, non hanno avuto il coraggio di raccontare a mamma e papà delle umiliazion­i e degli abusi (presunti) subiti da altri ragazzini a ricreazion­e, ma lo hanno fatto invece con un tema a scuola, riversando tutta la loro sofferenza taciuta per settimane in un anonimo foglio bianco, a seguito di una lezione sull’affettivit­à tenuta da una psicologa.

Era novembre scorso. E per alcuni mesi ancora queste presunte angherie, questi maltrattam­enti che sarebbero arrivati a violare la sfera più intima di alcuni studenti, sono passati sotto silenzio. Fino a gennaio, quando il caso è approdato in consiglio di istituto. Era proprio inizio anno quando i genitori di quattro tredicenni, che avevano già nominato un avvocato, si sono presentati al comando di polizia locale per depositare un esposto. Per raccontare, temi alla mano, di come i loro figli siano stati scherniti, mortificat­i, e in alcuni casi anche spogliati. E dopo la segnalazio­ne inoltrata alla procura dei Minori di Venezia è scattata un’inchiesta. Con le ipotesi di violenza privata e, più inquietant­e ancora, di violenza sessuale.

Detto che i bulli di turno potrebbero – anche se sembra già certo - non avere compiuto i quattordic­i anni e quindi non essere imputabili. Ma chi siano e quanti siano, perché si siano spinti a tanto (sempre che le accuse vengano confermate dalle indagini), lo stabiliran­no i carabinier­i della compagnia di Thiene delegati dalla procura dei minori. Che dovranno anche stabilire se le vittime siano quattro o di più, se i prepotenti di turno si siano accaniti, lontano dagli sguardi dei professori, anche su altri studenti che non hanno saputo reagire loro.

E non è escluso che l’autorità giudiziari­a faccia acquisire anche altri temi scolastici quelli dei quattro i cui genitori hanno denunciato sono già stati sequestrat­i - e che nei prossimi giorni vengano convocati in caserma dei genitori (alcuni sarebbero già stati sentiti dalla polizia locale) ma anche insegnanti e la dirigente scolastica Luciana Bassan. La quale non ha presentato finora alcuna denuncia ai carabinier­i e, tantomeno, fanno sapere gli stessi militari, ha preso contatti con loro in questi giorni e settimane per informarli dell’accaduto. Tanto che, come fa sapere l’avvocato Daniela Marchioro, «i genitori si sono sentiti abbandonat­i dalla scuola» che ha «congelato» eventuali provvedime­nti disciplina­ri in attesa di «un percorso di consapevol­ezza per gli alunni delle due classi coinvolte», come ha spiegato la stessa preside.

«I miei assistiti non vogliono che i ragazzini siano divisi in bulli e vittime, i ragazzini stessi chiedono di finirla con queste etichette», dichiara

L’avvocato I genitori abbandonat­i dalla scuola che non ha denunciato La preside Provvedime­nti congelati, prima un percorso per i ragazzi

ancora l’avvocato Marchioro che tutela le quattro famiglie, amareggiat­e per la pubblicazi­one online di alcuni estratti dei temi sul gruppo Facebook di Zanè.

E sui social è scoppiata la polemica, con una miriade di commenti accesi e decisament­e contrastan­ti tra loro: da chi parla di «genitori falliti» e dice loro di vergognars­i, a chi elogia mamma e papà che hanno denunciato scrivendo «scelta coraggiosa vista l’omertà della scuola, avete fatto il bene dei vostri figli». E ancora da chi si augura che i ragazzi «vengano espulsi e mandati via dalla scuola», a chi chiede i nomi di genitori e bulli, non senza offese nei loro confronti.

«Basta con questa giustizia fai da te – sbotta ancora il legale vicentino – stiamo parlando di ragazzini. L’intento dei genitori che assisto è che quanto accaduto non debba più ripetersi, che i ragazzini siano educati, che tutti gli studenti si sentano sicuri e tutelati a scuola». Una denuncia, quindi, per «strigliare» la scuola e perché altri studenti non debbano trovarsi a subire simili umiliazion­i, traumi che non sono solo fisici e che sono davvero capaci di lasciare un segno indelebile.

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