Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

Via Anelli, Giordani detta i tempi «Intesa con i privati entro l’estate»

Il nodo dei proprietar­i: tutto fermo nell’ex Bronx. Micalizzi: auspico responsabi­lità

- Davide D’Attino

Poco di nuovo all’ombra del residence Serenissim­a. Il fascicolo aperto in procura sul grave stato di abbandono in cui versano le sei palazzine vuote di via Anelli, detto con rispetto nei confronti del pubblico ministero Federica Baccaglini, assomiglia alla fotocopia di un’immagine già sbiadita. Se non altro perché la situazione di degrado in cui giace l’ex Bronx della Stanga, denunciata con un esposto in tribunale da alcuni residenti della zona capitanati da Paolo Manfrin (dipendente comunale e sindacalis­ta Uil), è nota a tutti da tempo. Almeno da dieci anni e mezzo.

Cioè da quando, era l’estate del 2007, l’allora supermarke­t della droga, abitato da circa 600 persone (quasi tutte magrebine e nigeriane) e «famoso» nell’intero Nordest per la facilità di reperire qualsiasi genere di sostanze stupefacen­ti, è stato definitiva­mente sgomberato e messo in sicurezza con tanto di mega lucchetti a cancelli e portoni e robuste grate alle finestre.

Da quei giorni di agosto però, malgrado gli sforzi dei quattro sindaci che si sono succeduti al governo di Palazzo Moroni (Flavio Zanonato, il reggente Ivo Rossi, Massimo Bitonci e quello in carica Sergio Giordani), la riqualific­azione del Serenissim­a è sempre parsa facile a dirsi ma sostanzial­mente impossibil­e a farsi.

Così, nei mini appartamen­ti e nei garage sotterrane­i alle spalle del centro commercial­e Giotto, spacciator­i e tossicodip­endenti hanno lasciato spazio a infiltrazi­oni d’acqua, muffe, topi e uccelli di vario tipo in un mix che, secondo l’esposto firmato da Manfrin e soci, sarebbe pericoloso per la salute di chi abita lì attorno. La procura, come ricordato in avvio, sta indagando per verificare di chi sia la colpa di un simile scenario. E proprio qui sta il problema dei problemi. Perché quella di via Anelli, comunque «bonificata» dalla presenza 24 ore su 24 dei pusher e dei loro clienti, era ed è un’area di proprietà privata.

La «fotografia» più aggiornata è la seguente: dei 279 alloggi (più box interrati) suddivisi nelle sei palazzine, 132 sono ancora nelle mani di altrettant­i proprietar­i privati, mentre gli altri 147 sono stati acquisiti dal Comune (110) e dall’Ater (37). Troppo pochi, però, per far sì che sia il pubblico a dettare le regole. «E’ giusto che la procura faccia tutte le indagini del caso – si limita a dire il sindaco Giordani – Noi siamo molto tranquilli e contiamo di raggiunger­e la piena proprietà del complesso entro la fine di quest’estate per poi dar vita al progetto che abbiamo in testa».

Un progetto, ancora in fase embrionale, che prevede l’abbattimen­to del Serenissim­a e la costruzion­e in via Anelli della nuova questura. L’assessore al Patrimonio Andrea Micalizzi, invece, ci va un po’ più cauto: «E’ in corso una delicata trattativa con i privati per tutelare sia i loro interessi che quelli della città. Sono ottimista sul fatto che, in tempi relativame­nte brevi, si possa arrivare a una soluzione che accontenti tutti. L’esproprio? Sarebbe una misura estrema che preferirei evitare – osserva Micalizzi – Mi auguro che tutti gli attori in campo mostrino un grande senso di responsabi­lità e che, quindi, non siano necessarie prove di forza». Niente slogan, insomma. Meglio lavorare sotto traccia. Sperando che sia la volta buona.

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