Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
I punti cardine del documento
Tre missioni Paese
Il documento che Confindustria sottopone alla politica condensa in 28 pagine un piano concreto per la piena ripresa. È un programma da 250 miliardi in cinque anni, incardinato su «tre missioni Paese», ovvero: più lavoro, più crescita del Pil, meno indebitamento dello Stato
Le fonti per investire
Il documento cerca di chiarire le possibili fonti di reperimento delle risorse, anche per sostenere «un forte programma di investimenti nelle infrastrutture. Una parte del denaro può arrivare dall’Unione Europea. Secondo Confindustria, si possono liberare fino a 93 miliardi di euro
La scure sul debito
In particolare, il piano punta a «oltre 1,8 milioni di occupati in più; una riduzione di più di 20 punti del rapporto tra debito pubblico e Pil; una crescita cumulata del Pil reale vicino a 12 punti percentuali; una crescita dell’export consistentemente superiore alla domanda mondiale
Investimenti privati
E se le risorse pubbliche sono fondamentali per promuovere le necessarie iniziative nel campo di ricerca, innovazione, formazione e infrastrutture. Possono giocare un ruolo importante anche gli investimenti privati, che secondo Confindustria possono contribuire fino a 38 miliardi
Jobs Act e pensioni
Uno dei punti cardine è la conferma delle riforme finora messe in piedi sul mercato del lavoro e sulla modernizzazione dei processi produttivi. In pratica, la richiesta forte è di non manomettere le regole di flessibilità introdotte dal Jobs Act , la legge sulle pensioni, i forti incentivi legati al cosiddetto piano Industria 4.0
Chi premiare col Fisco
Sul fronte delle tasse Confindustria invoca «un fisco che premia le imprese che investono, assumono e innovano». Ma anche «il potenziamento dei servizi pubblici» e una sorta di redistribuzione del peso fiscale con un «graduale aumento della compartecipazione alla spesa, in modo progressivo»