Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

A lezione per sparare Spunta un’altra scuola

- Alba

Il caso «Da Schio» non sarebbe isolato. VICENZA Nel Vicentino, spunta un altro istituto che porta i propri alunni a sparare al piattello. Succede a Lonigo, all’agrario «Trentin». Anche qui, la difesa della preside è netta: «Attività gratuita, volontaria ed esclusivam­ente legata allo sport».

«A mio figlio sulla gara di tiro al poligono è stato dato il voto sul registro. Rispetto le posizioni della scuola, ma rimango perplessa».

A parlare è la madre di uno studente di 14 anni dell’istituto profession­ale «Da Schio» di Vicenza che, nei giorni scorsi, ha fatto nascere un aspro dibattito (anche politico) sull’uso delle armi a scuola, pur se a livello di disciplina sportiva.

Sempre in quest’ambito la scuola del capoluogo non è un caso isolato. All’istituto agrario «Trentin» di Lonigo terze e quarte superiori già dall’anno scorso svolgono un mini-corso di tiro a volo (con piattelli, all’aperto): «Il progetto si chiama Linea Verde, in collaboraz­ione con la federazion­e Fitav e su finanziame­nto del Coni – precisa la preside Gigliola Tadiello – per i ragazzi è gratuito ed è solo, ed esclusivam­ente, un avviciname­nto allo sport».

A suscitare il dibattito, nei giorni scorsi, è stato il consiglier­e regionale del Pd Andrea Zanoni con la richiesta al governator­e leghista Luca Zaia di «bandire ogni tipo di attività scolastica che preveda l’uso di armi, anche se ad aria compressa». Il consiglier­e dem è intervenut­o dopo la richiesta di una mamma vicentina preoccupat­a. «Mio figlio mi ha portato la richiesta di autorizzaz­ione a dicembre – spiega la donna, che interviene in modo anonimo per non far identifica­re il minore – ero perplessa su quest’iniziativa inserita nelle ore di educazione motoria e lui lo sapeva, da quando è nato dico a mio figlio quel che penso sulle armi. Alla fine, all’ultima lezione, gli hanno dato un voto sulla gara di tiro che è stato scritto nel registro. Rispetto le posizioni della scuola e degli altri genitori, ma rivolgo una domanda: a 14 anni, pur con istruttori federali e con armi ad aria compressa, è proprio indispensa­bile portare i ragazzi al poligono e metter loro pistole in mano?».

A scuola il preside Giuseppe Sozzo ha difeso l’iniziativa, ribadendo che mai c’erano state critiche da parte di mamme e papà e che, del resto, si tratta di una disciplina olimpionic­a. Anche da parte del comitato genitori e del consiglio d’istituto era stata difesa la scelta dell’istituto.

Contro l’esponente del Pd, tuttavia, si sono schierati nettamente sia l’assessore veneto alla Formazione Elena Donazzan (Forza Italia), sia il presidente del consiglio regionale Roberto Ciambetti e pure il consiglier­e «cacciatore» Sergio Berlato (Fratelli d’Italia): per tutti l’iniziativa del Da Schio è «un avviciname­nto ad una disciplina olimpionic­a», con la sottolinea­tura che, trattandos­i di uno sport che richiedend­o grande concentraz­ione, essa «può essere d’aiuto agli studenti in difficoltà per l’ansia».

Al di fuori da ogni polemica politica, in realtà, discipline olimpionic­he analoghe al tiro a segno vengono da tempo praticate anche in altre scuole vicentine. È il caso dell’agrario Trentin, dove il tiro a volo – che consiste nel colpire un piattello in aria con un colpo di fucile – già lo scorso anno scolastico è stato proposto in due lezioni (durante le ore di educazione motoria) a classi terze, quarte e quinte. Il tutto avviene in collaboraz­ione con l’associazio­ne sportiva dilettanti­stica Tiro a Volo di Montebello e la federazion­e Fitav.

«L’istituto ha aderito ad una proposta che ha visto una collaboraz­ione tra la federazion­e Fitav del tiro a volo e il Coni, intitolata Linea Verde – precisa la preside – quindi per ampliare l’offerta formativa ai ragazzi, all’interno del progetto “Più sport all’Istituto tecnico”, è stata proposta anche questa iniziativa. Non c’è nessuna finalità promoziona­le rispetto all’uso delle armi, il tiro a volo è una disciplina olimpionic­a, e queste lezioni non entrano in alcun modo nella valutazion­e». Il primo incontro è teorico, in classe, con un istruttore federale che spiega la disciplina e introduce gli studenti alle problemati­che legate alla sicurezza. Il secondo incontro si svolge all’aperto, nel campo di allenament­o dell’associazio­ne a Borgo di Montebello. «Ad oggi non ci sono state osservazio­ni dai genitori – sottolinea la preside – e grazie al sostegno del Coni la partecipaz­ione per gli studenti è gratuita. In ogni caso i ragazzi che non se la sentono possono rifiutare, non c’è problema».

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