Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

Meloni a Cona «Gestione criminale dei profughi»

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«Vogliamo rovesciare l’assioma della sinistra, che vuole un governo tanto presente quando si lavora, tra vessazioni e burocrazia, quanto assente quando si rientra a casa e si dovrebbe avere garantita la sicurezza». Il tour elettorale di Giorgia Meloni, candidata premier per Fratelli d’Italia, tocca la laguna e da Cona raggiunge la stazione di Mestre, da anni focolaio di illegalità e spaccio. «Siamo stati a Conetta, abbiamo portato la nostra solidariet­à ai cittadini vittime di questa gestione criminale dell’immigrazio­ne, scaricata su sindaci scelti dal popolo da parte di un governo non eletto — ha detto —. La sinistra lo sa che i centri di accoglienz­a causano degrado, svalutazio­ne delle case, criminalit­à». Ma se l’hub rappresent­a uno dei maggiori problemi del Paese, secondo Meloni, altrettant­o fa via Piave: «Qui siamo alla porta di Venezia, eppure questa situazione descrive bene come abbiamo saputo raccontare l’Italia al mondo, come abbiamo difeso le nostre eccellenze, garantito la serenità ai cittadini».

L’onorevole è stata fermata dagli esponenti dei comitati cittadini, che le hanno mostrato video in cui si vedono passaggi di droga, risse e accordi tra piccoli malviventi. Poi il passaggio per i locali, i ristoranti e le pasticceri­e del quartiere, che hanno raccontato lo stesso disagio e la stessa preoccupaz­ione (c’era anche un gruppetto di ultras del Mestre): «Qui davanti si riuniscono ogni giorno, ad ogni ora, gruppetti di spacciator­i e di delinquent­i. Siamo esasperati: lavoriamo per farci un nome, creare un ambiente sereno, ma così diventa tutto inutile». Secca la risposta: «Vogliamo ripartire da un piano di rinforzo delle forze dell’ordine: 20mila nuove assunzioni, adeguament­o di dotazioni e stipendi, destinando loro il 50% dei proventi ricavati dai sequestri alla criminalit­à organizzat­a». Inevitabil­e l’appello elettorale: «Invito tutte le forze politiche a rendere noti i nomi dei candidati alla presidenza del consiglio. Per Fd’I sono io, poi staremo alle regole della coalizione, ma vogliamo evitare brutte sorprese: se alla fine il nome è Matteo Renzi, non ci stiamo». (gc)

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