Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
Capitani d’industria, politici, scrittori i 150 anni di Ca’ Foscari con Mattarella
Oggi il presidente alle celebrazioni dell’università che ha laureato una classe dirigente
Per Gianni Mion è l’odore della segatura al mattino in mensa a metà degli anni Sessanta. Per Paolo Costa è il viaggio a Parigi per la tesi di laurea nel 1968 che gli spalancò davanti il maggio francese. Per Andrea Tomat è l’aria internazionale che si respirava ad economia aziendale a cavallo tra i Settanta e gli Ottanta. Per Riccardo Calimani è stata un lampo: un anno e mezzo dall’iscrizione alla laurea. Rettori, imprenditori, governatori della Banca d’Italia, giornalisti, scrittori, politici: un’intera classe dirigente ha studiato a Ca’ Foscari nel secolo e mezzo di storia dalla fondazione che l’università veneziana si appresta a celebrare con l’àncora salda di un presente che fa onore al passato: da 9mila a 21mila studenti negli ultimi cinque anni, 88 milioni di euro di investimento in campus e residenze studentesche, uffici di rappresentanza che prossimamente saranno aperti in Asia e a Bruxelles, cinque dipartimenti d’eccellenza che hanno avuto accesso al maxifinanziamento del ministero. Oggi l’anno accademico sarà inaugurato alla Fenice col presidente della Repubblica Sergio Mattarella e per un anno si raccoglieranno video, oggetti, poesie, racconti su come Ca’ Foscari abbia attraversato Venezia, il Veneto, le vite di studenti e professori e di un’intera classe dirigente. A cominciare da quel primo ritratto in bianco e nero, baffi folti e sguardo franco: è Bonaldo Stringher, primo governatore della Banca D’Italia, diplomato nel 1874 all’allora Scuola superiore di Commercio, fondata nel 1868 e ispirata all’Istituto superiore di Commercio di Anversa. Nella Hall of Fame compaiono il segretario della Dc (1980-1982) Flaminio Piccoli e quello del Partito Repubblicano tra il 1965 e il 1975 Ugo La Malfa. «Ca’ Foscari è stato tutto per me- sorride Gianni Mion, storico presidente di Edizione Holding di casa Benetton e poi presidente di Bpvi negli anni difficili - Mi sono laureato nel 1965 in Economia e Commercio. Per me che venivo da un paesino di 300 abitanti è stata una finestra sul mondo, mi ha fatto viaggiare, imparare le lingue». Studente meritevole e non troppo abbiente, faceva parte del gruppo che abitava a Ca’ Dolfin e mangiava a mensa colazione, pranzo e cena. «Ricordo come fosse ieri l’odore della segatura nella mensa. Mi spiace di non poter essere oggi alla Fenice ma io, davvero, ogni giorno celebro Ca’ Foscari». Studente, associato, docente rettore: «Per me che ci ho passato 40 anni, Ca’ Foscari è tutto - sorride Paolo Costa, ex ministro, ex sindaco, ex presidente dell’Autorità Portuale di Venezia - Parto il 21 aprile 1968 e trovo una Parigi normale. Esco dalla porta scoppia il finimondo del maggio francese. Tornando a Venezia, mi sembrava di aver visto tutto. Eppure, con i comitati studenteschi, fu una scuola politica pazzesca: c’erano Gianni De Michelis, Nuccio Fava, Marco Pannella». E sempre dall’università passò la svolta della sua vita, il Nobel Vassily Leontief. «Mi disse: vieni con me a New York. Ci vuole una borsa di studio? E chiamo il Cnr per farmela dare». Per i dipartimenti di Economia, primo core dell’università, sono passati in quegli anni Gilberto Muraro, diventato rettore a Padova, Giovanni Costa, Davide Croff. A cavallo tra i Settanta gli Ottanta il mostro che si aggirava per le aule era il famigerato testo «Indici di Bilancio e flussi finanziari» di Coda Brunetti Barbato e Bergamin. «Me lo ricordo ancora: incomprensibile – sorride Stefano Beraldo, Ceo di Ovs che oggi intrattiene relazioni su progetti e stage con la sua ex università– Lo dissi poi ai docenti. Ma il professore che ricordo è Bepi Volpato, di Economia Industriale. Mi diede la tesi ed eravamo in montagna, ad Arabba, lui con questa tuta da omino Michelin lucida. Penso: se cade, mi gioco la tesi. E cade. L’ho raccolto trecento metri sotto. Un miracolo». «Il libro me lo ricordo anche io, sì: era una materia sfidante, economia aziendale. Completamente nuova: i primi casi aziendali, le esperienze degli imprenditori in aula – sorride Andrea Tomat, presidente di Lotto - Erano anni difficili, di contestazioni, tensioni. Ma noi del corso eravamo in pochi, seguiti personalmente dai docenti, un rapporto molto da college inglese». Un anno e mezzo dall’iscrizione al secondo anno alla laurea in filosofia: il record di attraversamento più veloce di Ca’ Foscari spetta a Riccardo Calimani, giornalista e scrittore. «Mi ero laureato in ingegneria elettrotecnica a Padova ma per conto mio studiavo filosofia e mi iscrissi – racconta –Mi trovai bene: un corpo docenti aperto per uno studente atipico e cane sciolto come me. Mi diedero 109: per non viziarmi - ride Adesso non è cambiata solo Ca’ Foscari, è cambiato il mondo e mi stupisce la velocità del cambiamento nel quale l’obsolescenza colpisce anche i giovani: non bisognerebbe correre dietro al cambiamento ma mettere alcuni paletti di metodo ai quali aggrapparsi disperatamente». Il sapere come boa nella tempesta: una delle missioni di Ca’ Foscari.
Dall’economia alle lingue Nata come Scuola Superiore di Commercio, è celebre anche per le lingue