Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

Nuove le lettere, ma sono di mitomani Il procurator­e: «Gli indagati restano tre»

- Davide Piol

«Erostrato sono io, avete BELLUNO sbagliato persone». C’era da aspettarse­lo: dopo gli indagati, spuntano come funghi anche i mitomani, gli emulatori, i perditempo. Ieri in procura a Belluno sono arrivate due lettere anonime, scritte da persone che dicono di essere Erostrato, il persecutor­e di Cesiomaggi­ore e Santa Giustina. L’identità degli indagati è ormai nota: padre, moglie e figlio. Qualcuno però ha voluto sfidare gli inquirenti: «Non sono loro i colpevoli, io solo sono Erostrato». Emulatori scarsi perché la grafia è diversa da quella ritrovata nelle lettere al sindaco, alla scuola elementare di Cesio e alla redazione di un quotidiano. Non c’è la scrittura infantile di Erostrato: parole scritte in stampatell­o con la penna rossa, lettere quasi geometrich­e, foglio bianco a quadretti. Non c’è nulla di tutto questo. Tanto che le rivendicaz­ioni non sono neanche state prese in consideraz­ione dagli inquirenti. La prova regina arriverà tra poche settimane. A marzo si saprà infatti cos’è nascosto dentro ai computer sequestrat­i a casa della «famiglia Erostrato». Potrebbero esserci foto dei crimini o, più sempliceme­nte, una ricerca su Erostrato effettuata a giugno dell’anno scorso, quando Erostrato era ancora solo un nome che nessuno ricordava. C’è attesa anche per la perizia calligrafi­ca, richiesta a una grafologa di Padova, e per gli esiti sull’esame del Dna e delle impronte digitali. «Abbiamo degli elementi indiziati che ci hanno portato a tre indagati, ma non è detto che siano colpevoli. Tra qualche settimana arriverà la risposta», ha commentato il procurator­e capo Paolo Luca.

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Magistrato Paolo Luca

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