Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
La collezione Bortolussi e il design in naftalina E
ra il marzo del 2010 – 8 anni fa – quando l’allora assessore alla cultura del Comune di Padova, Andrea Colasio, dalle pagine del Corriere del
Veneto, annunciava che la collezione Bortolussi sarebbe stata definitivamente collocata al terzo piano del Castello dei Carraresi. Stiamo parlando di una delle collezioni private di design più significative a livello europeo: oltre duemila pezzi di enorme valore, firmati da Philippe Starck , Karim Rashid, Tom Dixon, Gastone Rinaldi, Gaetano Pesce, Joe Colombo, Achille Castiglioni … solo per citare alcuni dei nomi più prestigiosi. Nel frattempo Giuseppe «Bepi» Bortolussi, conosciuto ai più per l’impegno profuso nel Centro studi della Cgia di Mestre, è mancato, Colasio è tornato a fare l’assessore e la collezione – data in gestione con una convenzione alla città di Padova – rimane parcheggiata in un capannone in zona industriale, preso in affitto dall’Amministrazione comunale (non vogliamo entrare qui nel merito dei costi). Alcuni dei preziosi oggetti (sedie, macchine da scrivere, coltelli, poltrone, fermacarte, lampade, secchielli per il ghiaccio) sono stati esposti – alla fine del 2013 - per un breve periodo al Centro culturale San Gaetano, per ritornare ad impolverarsi, al termine della mostra, in quegli stessi scaffali da dov’erano stati prelevati. L’assessorato alla Cultura del Comune di Padova fa sapere che ci sono grandi idee per valorizzare la Collezione Bortolussi, sarebbero in arrivo anche molti fondi, almeno due milioni di euro dal Ministero dei Beni ed attività culturali, e che il restauro del Castello dei Carraresi è quasi terminato. Insomma, dovremmo essere in dirittura d’arrivo … dovremmo … per vedere finalmente esposti, in maniera permanente, tutti quegli oggetti e mobili di design. «È una grande sfida – dichiarava l’assessore Colasio nel 2010 – che contiamo di vincere nei prossimi quattro anni» . Di anni intanto ne sono passati otto. A noi amanti delle cose belle, e alla famiglia Bortolussi, non rimane altro che aspettare, pazienti e fiduciosi, che il film, del quale ci hanno raccontato più volte la trama, abbia finalmente inizio.