Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

Guizza, ansia per il parco che non c’è più

Società fallita, il degrado dell’Amusement park. I residenti: «Arriverà il cemento»

- Roberta Polese © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Era un luogo di svago PADOVA e ritrovo, estivo ma non solo, per famiglie, ragazzi e sportivi di tutta Padova. Dell’Amusement park di via Fogazzaro, quartiere Guizza, resta una distesa di impianti in disuso, tra erbacce e rifiuti. Travolto dalla crisi, la famiglia che lo ha costruito ha mollato tutto e ne ha rifatto uno identico in Marocco, il complesso è in mano alle banche. Le prime aste al ribasso sono andate deserte e qui si temono speculazio­ni immobiliar­i.

Ci vuole molta fantasia, PADOVA oggi, a ricordare com’era qualche anno fa l’Amusement park di via Fogazzaro, un parco divertimen­ti (piscine, palestra, mini golf, bowling, bar, discoteca) di quasi 26mila quadri alle porte della città, alla Guizza, a 500 metri dal capolinea sud del tram. A passarci davanti ora vien solo da voltare lo sguardo altrove, perché le erbe infestanti che hanno coperto il prato e hanno risalito recinzioni e muri, i cartelli scrostati divorati dal tempo, il parcheggio chiuso invaso da erbacce e gramigna, non rendono onore ai «fasti» di un tempo.

Il parco giochi era sorto lì nel 1993 e per vent’anni è stato meta delle comitive in bici di ragazzi che vi si riversavan­o a scuole chiuse, o di mamme indaffarat­e che portavano i bimbi ai centri estivi, e di gente di tutte le età che passava i pomeriggi o le feste d’estate nelle tre grandi vasche interne ed esterne, di bambini che si lanciavano dagli scivoli. Ma non c’era solo l’estate: c’erano corsi di nuoto e palestra tutto l’anno, eventi di Natale, feste di carnevale, «serate country», l’ultima, che si ricordi, è targata capodanno 2015. Oggi tutto questo non c’è più, se lo è portato via l’incuria e un infausto destino che si è accanito sui proprietar­i, la famiglia di Stefano Viviani, «giostrai» mezzi friulani e mezzi rodigini, residenti a Vigonza. Oggi i Viviani hanno abbandonat­o l’Amusement e se ne sono andati a cercare fortuna in Marocco. Ecco, se qualcuno non ha memoria di come fosse l’Amusement padovano prima della disfatta può cercare in internet quello che molto gli somiglia e che la famiglia ha realizzato ad Agadir.

Che cosa è successo nel corso degli ultimi 10 anni è scritto nelle carte delle banche che ora sono diventate proprietar­ie del parco giochi della Guizschi za. Le ultime informazio­ni raccolte nel registro imprese parlano di «società in fase di aggiorname­nto», i titolari sono ancora i Viviani, ma di fatto l’area è dei creditori che stanno cercando di recuperare gli investimen­ti. Monte dei Pa- di Siena sta tentando disperatam­ente di vendere il terreno, ma non ce la fa. L’ultima asta al tribunale di Padova dava un valore di due milioni e 400mila euro al terreno e agli immobili che ci sono dentro. Base d’asta un milione e 800mila euro. Ma l’asta è andata deserta. Probabilme­nte qualcuno è in attesa che il prezzo si abbassi ancora di più.

Il lento e inesorabil­e declino iniziò nel 2006-2007, ma il colpo di grazia arrivò con la tromba d’aria del 2008. L’Amusement fu costretto a chiudere per un po’, poi riaprì solo il minigolf, poi pian piano le piscine, ma nulla tornò come prima. Il terreno comprato ancora in lire dalla società Italia 90 (Amusement parks) sas di Viviani Stefano & C. (i soci erano la mamma di Viviani, due idraulici di Vigonza e un altro giostraio di Torino) lentamente perse valore, anche per la convinzion­e che l’impianto fosse come una giostra che gira e che non ha bisogno di nulla, quando invece la manutenzio­ne e l’innovazion­e sarebbero stati determinan­ti. Il tornado fu sono il colpo di grazia su un destino già in parte segnato. I Viviani lasciarono andare lo stabilimen­to, i dipendenti rimasero senza stipendio per mesi, qualcuno anche per anni. Ma sono pochi quelli che sperano di ottenere qualcosa, nonostante si tratti di briciole (quasi 50mila euro di arretrati) rispetto al valore del parco: se Monte dei Paschi vendesse ci metterebbe poco a svincolars­i dal problema dei lavoratori.

Chi abita vicino all’impianto parla di un totale abbandono. «Vediamo dei ragazzi ogni tanto che entrano nello stabilimen­to per dormire – dice la signora Pellegrini – ci dispiace sia ridotto così un parco giochi che funzionava molto bene». La speranza per molti è che qualcuno compri il terreno e faccia rivivere il divertimen­to di un tempo. E invece il rischio è che intervenga un costruttor­e che trasformi il parco giochi nell’ennesima lottizzazi­one fatta di palazzi e case, tutte uguali.

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(Bergamasch­i) Abbandonat­o Quel che rimane dell’Amusement park

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