Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
Pd, la montagna da scalare L’avversario è la Lega ma c’è anche Zanonato
Dem, partita aperta solo in città: in pista l’ex assessore Verlato
No match, direbbero PADOVA oltremanica. In base a tutti i sondaggi, pubblicati e non, la partita sembra già chiusa ancor prima di cominciare. Nel senso che il centrodestra, alle elezioni politiche di domenica prossima, pare destinato a fare man bassa di tutti i 28 collegi uninominali del Veneto. Compresi i 5 di Padova e provincia. Ce n’è però uno, di collegio, che potrebbe forse essere moderatamente contendibile. Ovvero quello della Camera che comprende la città e la cintura urbana.
Ed è proprio qui che il centrosinistra a trazione Pd, costretto a guardarsi anche dalle insidie del M5S, ha deciso di puntare tutte (o quasi) le sue
fiches, nella speranza di ripetere l’«impresa» compiuta alle amministrative di otto mesi fa. Cioè quando il «tandem» formato da Sergio Giordani e Arturo Lorenzoni, protagonisti di un’inedita alleanza trasversale, è riuscito a sconfiggere (sia pure al ballottaggio e con un distacco di «soli» 3.400 voti tondi) l’armata dell’ex sindaco leghista Massimo Bitonci.
Il «modello», insomma, è quello incarnato dai due primi inquilini di Palazzo Moroni e il candidato scelto dalla coalizione, che comprende anche Più Europa con Emma Bonino, i prodiani di Insieme e la Civica Popolare che fa capo al ministro della Salute Beatrice Lorenzin, è il dem Fabio Verlato, primario di Angiologia all’ospedale Sant’Antonio di via Facciolati e già assessore comunale al Sociale dal 2010 al 2014 (quando al governo del Municipio c’erano prima Flavio Zanonato, ora passato con Liberi e Uguali, e poi il reggente Ivo Rossi) nonché primo portavoce dell’Ulivo all’ombra del Santo.
Sostenuto (più o meno apertamente) sia da Giordani che da Lorenzoni, Verlato dovrà vedersela in particolare con Arianna Lazzarini, sindaco leghista di Pozzonovo, con l’imprenditore grillino
Maurizio Motta, già responsabile della casa editrice Cedam, e con l’attivista di Coalizione Civica Annalisa Di Maso, portabandiera di Liberi e Uguali. Ovvero il neonato movimento a sinistra del Pd che, correndo in solitaria e potendo contare sull’apporto di due big come il già citato Zanonato e il consigliere regionale Piero Ruzzante, pare pronto a sottrarre più di qualche consenso alla compagine di via Beato Pellegrino.
Negli altri 4 collegi uninominali padovani invece, a meno
d’improbabili sorprese, il centrosinistra (dando di nuovo retta ai sondaggi, ufficiali e para amigos) sembra partire battuto. Sia nell’Alta che nella Bassa, sempre per quanto riguarda la Camera, la sfida si annuncia infatti tutta in salita per Anna Maria Zanetti, a lungo membro dell’ufficio stampa in Regione e oggi militante radicale con Più Europa, e per la deputata dem uscente Giulia Narduolo: la prima proverà a resistere alla «furia» leghista di Alberto
S te fan i, coordinatore provincia ledei Giovani Padani; mentre l’altra si scontrerà con la forzista Lorena Milanato,a caccia del quinto mandato consecutivo da parlamentare.
Passando al Senato, la sostanza non cambia. Anzi, se possibile, peggiora. Dato che, nella circoscrizione della città e della Bassa, il segretario regionale del Pd (e sindaco di Noventa) Luigi Bisato dovrà fronteggiare non solo un osso durissimo come il centrista
Antonio De Poli, in lizza per la quarta legislatura di fila, ma anche la concorrenza «interna» di Zanonato, candidato per Liberi e Uguali.
In quella dell’Alta e del Bassanese, invece, il senatore dem uscente Giorgio Santini si troverà davanti nientemeno che Niccolò Ghedini, «storico» avvocato del Cavaliere. Dall’esito (pressoché scontato) dell’uninominale, dipenderà evidentemente la quota di parlamentari eletti nel proporzionale, dove gli unici a nutrire speranza concrete, Liberi e Uguali permettendo, paiono essere i deputati dem uscenti Alessandro Zan (renziano) e Vanessa Camani (orlandiana). Però, come si dice in questi casi, mai dire mai.
Tra una settimana, sapremo. E sarà già ora di bilanci. Soprattutto per i neosegretari del Pd, Davide Tramarin e Vittorio Ivis.