Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

Eleonora, i genitori liberi di non credere alla scienza dominante

- Polese

Per il giudice che ha assolto i genitori della padovana Eleonora Bottaro, la 18enne che morì per aver rifiutato la chemio, non è reato educare i figli a non credere «nella cultura dominante».

Una volta per entrare in banca si faceva la fila, si era pronti a tutto: a chiedere una mano ai parenti, al sindaco, al politico, al prete. Perché anche per chi non faceva carriera lo stipendio era buono, perché gli uffici erano sotto casa, perché restava del tempo da dedicare ai figli, alla casa, alla spesa, allo sport, agli aperitivi con gli amici.

Ebbene la crisi del mondo del lavoro ha portato via anche quel posto sicuro e tranquillo che oggi è diventato precario e molto faticoso. Lo sanno bene una quindicina di dipendenti dell’ex banca Atestina, incorporat­a dalla banca delle Prealpi, che ogni giorno si ritrovano al parcheggio davanti all’ex sede della banca in via Brunelli ad Este. Tutti quanti salgono in un pulmino che li porta a Tarzo, sede della banca trevigiana che ha incorporat­o quella di Este: 135 chilometri di distanza. Chi li vede incontrars­i all’alba nel piazzale li scambia spesso per un gruppo di stranieri pronti per il lavoro in trasferta. E, in effetti, è proprio così, solo che non sono stranieri, sono bancari. Sono i pendolari del lavoro, come ce ne sono tanti: insegnanti, impiegati, operai, che ogni giorno prendono un treno che magari li tiene in ostaggio ore. Il tutto spesso per magri stipendi.

La storia dei pendolari della ex banca Atestina racconta che anche quel posto di lavoro è diventato una fatica, e che non resta che la triste conclusion­e che un mestiere tranquillo e ben pagato non c’è più. I quindici funzionari della banca sono quel che resta dell’incorporam­ento tra i due istituti di credito: a lavorare nella Bassa erano un’ottantina. In sessanta sono rimasti nelle filiali che hanno cambiato nome. I dipendenti della sede centrale invece o prendevano posto nel pulmino diretto alla nuova sede della banca, Tarzo appunto, o rimanevano a casa. Ma adesso la loro vita è tutta in salita. Le loro giornate sono scandite da orari rigidi: alle 7 è previsto il ritrovo nel piazzale, alle 7.15 si parte. Non che sia un viaggio semplice: in questi giorni di gelo e vento c’è chi si porta la coperta per coprirsi, perché anche il pulmino ci mette un po’ a scaldarsi. L’arrivo in sede è previsto alle 9 e poi si lavora fino alle 13.25. Per i dipendenti padovani, a differenza degli altri, la pausa pranzo è di mezz’ora, questo è previsto da un accordo fatto con la nuova proprietà per consentire loro di rientrare nel pullmino alle 16.30 e ripartire alla volta di Este. Quindi a pranzo tutti si portano la «schiscetta» con qualcosa da mangiare preparato a casa. Una volta finito di lavorare ci sono altre due ore per tornare. E una volta a Este ci vuole anche la macchina per tornare a casa. Morale della favola: c’è chi esce alle 6.30 del mattino e rincasa alle 19. Ne varrà la pena per lo stipendio, vien da pensare. C’è chi arriva ai 2000 euro al mese, ma non sono certo la maggioranz­a. E poi c’è la questione che riguarda le malattie: se qualcuno deve fare una visita si prende due o tre ore di permesso certificat­o, poi deve aggiungere ferie, perché rientro al lavoro a metà giornata è praticamen­te impossibil­e con un’ora e tre quarti di strada. Lo fanno in tanti, si obietterà. Ma è proprio per questo che i tanti avrebbero voluto fare la vita del bancario, e ora la vita del bancario è anche così: partire all’alba mangiare in una scatolina e ritornare a sera. Giusto in tempo per comprarsi qualcosa e cucinare il pranzo per il giorno dopo.

 ??  ?? Una quindicina di bancari della banca Atestina della Bassa Padovana sono finiti nella sede di Tarzo (Treviso) per non perdere il lavoro dopo l’incorporaz­ione della loro Bcc in banca delle Prealpi
Ogni giorno vengono portati al lavoro da un piccolo...
Una quindicina di bancari della banca Atestina della Bassa Padovana sono finiti nella sede di Tarzo (Treviso) per non perdere il lavoro dopo l’incorporaz­ione della loro Bcc in banca delle Prealpi Ogni giorno vengono portati al lavoro da un piccolo...

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy