Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

Adria, il voto a giugno Spunta la moglie di Bobo

Crisi in Comune, le ipotesi. Fisco, Pivaro condannato

- Antonio Andreotti Natascia Celeghin

Il vento soffia gelido in questi giorni anche nella seconda città del Polesine, ma gli animi sono caldi, soprattutt­o quelli dell’ormai ex sindaco Massimo «Bobo» Barbujani e dell’ex consiglier­e comunale di maggioranz­a Enrico Pivaro (Forza Italia) la cui firma è stata cruciale per la caduta del primo cittadino giovedì scorso, apposta in ospedale davanti al notaio Maria Chiara Guzzon. E mentre il commissari­o Carmine Fruncillo, viceprefet­to di Rovigo, è operativo già da venerdì scorso a Palazzo Tassoni, le prossime elezioni comunali saranno già nella prossima primavera-estate, con la data più probabile domenica 10 giugno ed eventuale ballottagg­io il 24 giugno (la possibilit­à di votare va dal 15 aprile al 15 giugno, Ndr).

«Bobo», anche se non ricandidab­ile come sindaco per eccesso di mandati, si è già messo al lavoro e corre voce che candiderà a primo cittadino la moglie Manuela Melato, 58 anni, laureata maestra e vicaria all’Istituto comprensiv­o di Adria, madre di 2 figlie di 24 e 26 anni nate dal matrimonio con l’ex sindaco. Un’ipotesi no del tutto smentita da Bobo. Ieri sera già la prima riunione della lista civica «Bobo sindaco» con cui Barbujani è stato eletto nel giugno 2016 per terza volta.

Intanto guai giudiziari­e per l’ex consiglier­e comunale di Forza Italia Enrico Pivaro, 37 anni titolare del Bar «Aurora» ad Adria. Ieri mattina Pivaro (avvocato Franco Portesan) è stato condannato a cinque mesi per evasione dell’Iva e occultamen­to di fatture. La vicenda risale al 2014, quando la Guardia di Finanza eseguì un controllo nel bar gestito ad Adria dall’ex consiglier­e. Le Fiamme Gialle scoprirono che, nel quinquenni­o 20092013, mancano alla contabilit­à alcune fatture. La cifra in totale ammontava a circa 1.500 euro a favore di un paio di fornitori, per un’evasione Iva di circa 300 euro. Ieri mattina l’imputato non è riuscito a far valere il principio della tenuità del fatto, per via della continuazi­one del reato negli anni.

A far cadere la giunta Barbujani la firma di metà dei consiglier­i più uno con firma apposta dal notaio giovedì scorso da tutti i consiglier­i delle liste di opposizion­e (Pd, M5S, Insieme per il bene comune e Finalmente Adria) più due dei tre consiglier­i «dissidenti» di maggioranz­a: Barnaba Busatto (Indipenden­te ma iscritto a Forza Italia) e Luca Azzano Cantarutti (Indipenden­za Noi Veneto). Con loro la new entry Enrico Pivaro.

Da allora polemiche scatenate da Barbujani e dall’ex vice sindaco di Forza Italia Federico Simoni contro Pivaro, accusato di presunta corruzione per aver ricevuto soldi in cambio della firma anti-Bobo dal dipendente e geometra comunale Giuliano Martini (2.400 euro versati secondo Martini a Pivaro come amico di famiglia, Ndr).

Ora da una parte c’è l’esposto fatto ai carabinier­i di Adria da parte di Simoni e Piergiorgi­o Cortelazzo (coordinato­re provincial­e forzista) venerdì mattina alla presenza di Barbujani, in cui sono denunciati tutti i passaggi pre e post-consiglio comunale di mercoledì 21 febbraio. Consiglio in cui Pivaro aveva annunciato le dimissioni dopo aver — pare — rinnovato la fiducia a «Bobo» qualche ora prima.

Dall’altra parte le due memorie difensive che ricostruis­cono le 48 ore pre e post consiglio comunale presentate ieri alla Procura dall’avvocato difensore Sandra Passadore «a tutela uno del mio cliente Pivaro e del geometra Martini trascinato in questa triste vicenda».

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Strana La scritta fuori dal bar di Pivaro

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