Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

Maltrattav­a la moglie e i figli: condannato

- A. A. © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Un anno e quindici giorni di condanna per maltrattam­enti in famiglia alla moglie e ai due figli, oltre che minacce e violazione della legge sul porto d’armi. Si è chiuso così ieri pomeriggio, con pena non sospesa, il processo al 65enne di Lendinara Primo Bonfante (avvocati Pierluigi Rando e Federico Laurenti). L’accusa aveva chiesto tre anni e nove mesi di condanna e cinque mesi di arresto.

Il lendinares­e, che vende cavalli, era accusato di aver costretto — a inizio 2017 — alla fuga da casa la moglie e due figli a causa dei suoi continui comportame­nti vessatori, sfociati in una minaccia con un coltello a un figlio alla fine di gennaio dello scorso anno.

«Gli faccio fare la fine di Ferracin» avrebbe detto allora Bonfante, riferendos­i all’omicidio avvenuto a Capodanno a Badia Polesine dove il lendinares­e Lorenzo Ferracin venne ucciso dal 69enne badiese Giorgio Pasqualini. Nei giorni scorsi quest’ultimo è stato condannato in Corte d’Assise a 21 anni e nove mesi.

Dopo la minaccia col coltello, a Bonfante era arrivata anche la misura del divieto di avviciname­nto ai tre familiari. Ieri il giudice ha revocato la misura ora a carico dell’imputato, l’obbligo di firma.

Bonfante ha precedenti simili. Nel maggio 2013 era stato arrestato dopo aver sferrato due coltellate al petto a un carabinier­e, rimasto illeso solo grazie al giubbotto anti-proiettile. Il militare era intervenut­o a casa di Bonfante perché quest’ultimo, dopo aver alzato il gomito, aveva chiuso fuori di casa la moglie impedendol­e di utilizzare il respirator­e necessario per le sue condizioni di salute precarie. La donna, assistita dalla figlia, era stata costretta a rivolgersi al 112 per poter rientrare nell’abitazione dove Bonfante si era barricato.

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