Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
«Conoscevano il loro assassino»
L’inchiesta sul duplice omicidio. Il mistero della casa sottosopra: non è stato portato via nulla Coppia uccisa, i dubbi sulla rapina. S’indaga sui conoscenti. Presto sentito anche il figlio
Massacro di Cison, CISON DI VALMARINO (TREVISO) aumentano i dubbi sulla pista della rapina. L’ipotesi degli inquirenti è che la coppia uccisa conoscesse l’assassino. Le indagini si stanno spostando sulla cerchia dei conoscenti. Sarà sentito anche il figlio, che sta rientrando in queste ore dalla Germania. E intanto emergono nuovi particolari sulla dinamica. Il mistero della casa sottosopra.
La CISON DI VALMARINO (TREVISO) neve caduta è quasi tutta sciolta nel prato alle spalle della villetta di via Manzolle. Sembra un giorno come tanti nel borgo di Rolle, non fosse per il nastro bianco e rosso che circonda la casa e per la decina di uomini dell’Arma impegnati a perlustrare ogni centimetro di terreno intorno, a caccia delle armi del delitto che non sono state trovate. Nulla è più come sempre in quell’angolo di Cison, nel Trevigiano, dove giovedì mattina Loris Nicolasi e la moglie Anna Maria Niola, di 71 e 68 anni, sono stati uccisi a coltellate. La loro abitazione messa completamente a soqquadro.
Ma perché? Qual è il movente di tanta violenza? Loris e Anna Maria sono vittime di una rapina finita male? O dietro al loro omicidio c’è qualcos’altro? Una questione personale o economica, così pesante da armare la mano di qualcuno che la coppia conosceva? E che spiegherebbe il perché di un tale accanimento? «Per ora non ci sono elementi che ci facciano propendere per un’ipotesi piuttosto che per un’altra — spiega il procuratore capo di treviso, Michele Dalla Costa —. Aspettiamo l’autopsia, che ci consentirà di avere le prime risposte sulla dinamica del delitto». L’indagine, affidata ai carabinieri del Nucleo investigativo di Treviso, è coordinata dal sostituto procuratore Davide Romanelli. Oggi ci sarà un sopralluogo dei Ris, ieri intanto è stata risentita la figlia delle vittime, Katiuscia, l’ultima a vederle vive. L’altro figlio Eddi, che vive in Germania, sta rientrando e sarà presto sentito. Con i genitori non aveva un buon rapporto e inevitabilmente anche su di lui e su tutti i familiari si estenderanno le indagini. I dubbi su quanto successo in via Manzolle sono tanti e per questo motivo gli inquirenti non tralasciano alcuna pista. Per adesso di certo c’è solo che i coniugi sono stati uccisi martedì mattina. L’orario preciso proverà a stabilirlo il medico legale Alberto Furlanetto, che lunedì eseguirà l’autopsia e che dovrà tenere conto anche delle temperature gelide registrate al momento del delitto.
I corpi sono rimasti a terra fino alle 14.30, quando li ha trovati Katiuscia. Rientrando dal lavoro, la ragazza ha cercato i genitori in casa e poi fuori, nel giardino, dove si è trovata di fronte l’orrore. Il padre era nell’erba, ai piedi di una scarpata. Il torso nudo segnato dai fendenti. La madre invece era vicina al rustico in ristrutturazione. Indossava il giubbotto e le scarpe. Chi è stato colpito per primo? Al momento certezze non ce ne sono. Ma i contorni del loro brutale assassinio cominciano a delinearsi. I Nicolasi non avrebbero sorpreso i ladri in casa rientrando, bensì sarebbero stati sorpresi dall’assassino o dagli assassini. E questo spiegherebbe l’assenza dei segni di effrazione. Anna Maria era vestita per uscire, era vicina al pollaio. Potrebbe essere stata aggredita mentre andava a dar da mangiare alle galline. Subito, con ferocia, a colpi di coltello o pugnale. Non uno, ma molti fendenti, come ha rivelato l’ispezione cadaverica esterna. Ha sicuramente urlato, ha chiesto aiuto. E Loris, che era in casa, è corso fuori. Venendo a sua volta aggredito, colpito alla testa e accoltellato più volte, per poi rotolare a piedi della scarpata.
E solo a quel punto l’assassino o gli assassini sarebbero entrati in casa per rovistare in ogni stanza. Per cercare cosa? Pare che non manchi nulla nella villetta. E allora perché tanta violenza? La notte precedente, a Farra di Soligo, una 50enne è stata aggredita nella sua abitazione, legata con fascette da elettricista e stordita con un taser. Ma gli inquirenti sono certi. I due fatti non sono collegati. A Cison è successo qualcos’altro.