Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
Erostrato, l’indizio in un libro raro scoperto dall’agente bibliofilo
In Veneto solo due biblioteche hanno il testo che ispira il folle: una è a Cesiomaggiore
Caccia a Erostrato. A trovare indizi importanti BELLUNO è Edoardo Riva, sovrintendente della polizia locale a Milano, che si definisce un «profiler letterario». In Veneto solo due biblioteche hanno il testo che ispira Erostrato: una è a Cesiomaggiore. Qui è stata richiesta proprio dagli indagati.
«Cherchez la femme!». In ogni giallo che si rispetti è la frase che ricorre più spesso. Qualcuno grida che bisogna cercare la “donna” perché lì si nasconderebbe l’origine del delitto. Nel caso di Erostrato, il famoso persecutore dei comuni bellunesi di Cesiomaggiore e Santa Giustina, l’esclamazione assume un’altra forma: «Cercate il libro!». A dare spunti interessanti sul caso è Edoardo Riva, sovrintendente della polizia locale a Milano, che si definisce un «profiler letterario». La sua passione per i libri lo ha portato a diventare campione del quiz televisivo «Caduta libera». Del mitomane bellunese, Riva, non ne sapeva nulla fino alla sera in cui la moglie si è messa a guardare un servizio di «Quarto grado» dedicato a Erostrato. L’ultima lettera inviata dal matto di Cesiomaggiore, quella in cui minaccia di mettere chiodi nei dolci e nei giochi per bambini e di distribuirli poi nei cortili cittadini, cattura la sua attenzione.
«C’era una bella miscellanea – ha spiegato Riva nella conferenza di ieri a Belluno – Tanti riferimenti letterari, alcuni espliciti altri meno. Plauto, Virgilio, Fedro. Subito dopo viene citata “La peste” di Camus. Sono testi particolari. Ciò che mi ha fatto accendere la lampadina è stata però una parola: “katechon”. È un concetto teologico-filosofico molto complesso. Significa ciò che trattiene l’anticristo dal venire al mondo». La parola viene citata nella seconda lettera di San Paolo ai Tessalonicesi e poi ripresa da Tommaso d’Aquino. Il testo più recente che ne parla è degli anni ’90. Scritto da Maurizio Blondet, s’intitola «Adelphi della dissoluzione». «Erostrato doveva per forza aver letto uno dei tre – ha continuato Riva – Quale? Non fu difficile scoprirlo. A pagina 63 del libro, Blondet parla di alcune lettere in cui si profetizza una terza guerra mondiale. Lettere scritte con inchiostro rosso, come tutte quelle inviate da Erostrato». È bastato fare una ricerca internet sulle biblioteche venete che possiedono quel libro per scoprire che sono solo due: una a Povegliano e una a Cesiomaggiore. «Il testo non si trova più in commercio e le case
Nel finale del libro di Camus che Erostrato ha letto, c’è un finale tragico
editrici ci mettono un sacco di tempo ad inviarlo. Doveva averlo preso in biblioteca o avercelo già in casa», ha chiarito Riva.
Le indagini sul campo svolte dai carabinieri di Feltre avevano portato ai tre indiziati (padre, moglie e figlio) grazie proprio alla biblioteca di Cesio. La famiglia Aquini in tre anni ha preso in prestito circa 1.000 tra libri filosofici, teologici ed esoterici. Che dire del testo di Blondet, «Adelphi della dissoluzione»? Se fosse stato preso da uno dei tre, sarebbe un indizio chiave. E così è stato. Gli Aquini lo hanno richiesto alla biblioteca comunale ben due volte. «La pista d’indagine c’era già. La cultura letteraria di Riva ce l’ha confermata – ha dichiarato Angelo La Chimia, capitano dei carabinieri di Feltre – Dal profilo psicologico che avevamo chiesto al reparto Analisi Criminologiche di Roma emerge una persona che crede di aver subito dei torti dalle istituzioni. Può esser partito in buona fede, ma ha alzato sempre di più il tiro per arrivare all’episodio delle caramelle con gli spilli lasciate nel cortile dell’asilo di Cergnai, a Santa Giustina. È un escalation che ci preoccupa».
«La cosa inquietante – ha concluso Riva – è che nel libro di Camus, che colui che si firma Erostrato ha sicuramente letto, così come in quello di Sartre c’è un finale tragico. Un pazzo spara a caso tra la folla e uccide degli innocenti. Per questo motivo mi sono rivolto ai carabinieri». Caso risolto? Non ancora. I carabinieri e la Procura di Belluno aspettano ora i risultati delle due perizie, quella calligrafica e quella sui computer, che dovrebbero arrivare tra poche settimane.
Un pazzo spara a caso tra la folla e uccide degli innocenti. Meglio intervenire