Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
Centrodestra per il cappotto Pd aggrappato a Verlato
Settecentomila padovani al voto in 884 seggi tutti i partiti temono per l’alto astensionismo
Mai fare i conti senza PADOVA l’oste. Ovvero con i padovani che domani si presenteranno alle urne (gli aventi diritto sono 712.554 alla Camera e 658.176 al Senato). Ma secondo gli osservatori più attenti, sembra già tutto deciso. O quasi. Tanto che, per farsi un’idea di quello che potrebbe succedere negli 884 seggi di città e provincia, basta incrociare l’esito delle elezioni politiche di cinque anni fa con i sondaggi pubblicati nelle scorse settimane e con quelli che circolano più o meno segretamente nelle stanze dei partiti. Nel 2013, in occasione della «non vittoria» dell’allora centrosinistra guidato da Pier Luigi Bersani, la coalizione di centrodestra composta da Pdl, Lega e Fratelli d’Italia ottenne nel Padovano, facendo la media tra Montecitorio e Palazzo Madama, il 31,5% dei voti. Quella formata da Pd e Sel, invece, si fermò al 24,3%. Mentre il M5S, piazzandosi tra i due schieramenti «tradizionali», raggiunse il 25,7%. Inoltre, proiettandoci da ieri a oggi, non va dimenticato che Scelta Civica raccolse l’11,3%: consensi, quelli all’epoca incamerati dalla compagine che faceva capo all’ex premier Mario Monti, che paiono ora destinati a far lievitare ancor di più il bottino del centrodestra. Ecco insomma spiegato perché, accostando i risultati dell’ultima tornata elettorale con i sondaggi, ci si aspetta che l’alleanza costituita da Lega, Forza Italia, Fratelli d’Italia e Noi con l’Italia possa fare man bassa di tutti i 28 collegi uninominali del Veneto. Compresi i 5 di Padova e provincia. Fatti i debiti scongiuri, i candidati del centrodestra si sentono già certi di uno scranno nel nuovo parlamento. Si tratta: della leghista Arianna Lazzarini, sindaco di Pozzonovo, curiosamente inserita nella circoscrizione della città e della cintura urbana per la Camera; del 25enne di Borgoricco Alberto Stefani, coordinatore provinciale dei Giovani Padani (Camera, Alta); della deputata forzista uscente Lorena Milanato, a caccia del quinto mandato consecutivo nei palazzi romani (Camera, Bassa); del centrista Antonio De Poli, in lizza per la quarta legislatura di fila (Senato, città e Bassa); e dell’azzurro Niccolò Ghedini, storico legale di Silvio Berlusconi (Senato, Alta).
Per di più, se davvero si materializzasse il «cappotto», dai listini del proporzionale staccherebbero un biglietto di sola andata per Roma anche (per la Lega) l’ex sindaco di Padova Massimo Bitonci, il primo cittadino di Vigodarzere Adolfo Zordan e il segretario provinciale Andrea Ostellari e (per Forza Italia) il deputato uscente Roberto Caon e l’avvocato Elisabetta Casellati, oggi membro del Csm. Davanti a un simile scenario, almeno fino a prova contraria, gli unici che potrebbero essere in grado di fronteggiare l’avanzata del centrodestra sono gli esponenti del M5S. Nei collegi uninominali, i grillini padovani hanno deciso di puntare su: l’imprenditore Maurizio Motta, già responsabile della casa editrice Cedam (Camera, città e cintura); l’ingegner Alberto Artoni, leader del Movimento Risparmiatori Traditi (Camera, Alta); l’ex consigliera in Comune a Padova Francesca Betto, nipote del sindaco Sergio Giordani (Camera, Bassa); il maestro Leopoldo Armellini, direttore del Conservatorio Pollini (Senato, Bassa); e la vicentina di Rosà Barbara Guidolin (Senato, Alta). Una performance, quella che si attendono i pentastellati nelle circoscrizioni del maggioritario, che dovrebbe trascinare in parlamento gli uscenti Silvia Benedetti e Giovanni Endrizzi e il 26enne di Cadoneghe Raphael Raduzzi.
E il Pd? Anche per la concorrenza di Liberi e Uguali, che conta su una figura di grande richiamo come quella dell’eurodeputato Flavio Zanonato (sindaco di Padova dal 1993 al 1999 e poi dal 2004 al 2013), le truppe di via Beato Pellegrino sembrano nutrire speranze soltanto in città, dov’è stato candidato l’ex assessore al Sociale Fabio Verlato, primo portavoce dell’Ulivo all’ombra del Santo, sostenuto dai due primi inquilini di Palazzo Moroni, Sergio Giordani e Arturo Lorenzoni. Dal risultato di Verlato dipenderà la rielezione o meno dei deputati uscenti Alessandro Zan e Vanessa Camani. La parola, ora, passa ai padovani.
Sondaggi Le previsioni rincuorano il centrodestra che sembra in vantaggio